Immigrazione, la storia di Fatima rivela l’ultimo orrore degli scafisti: donne incinte per ottenere il lasciapassare
Fatima è nata quattro giorni fa a bordo di un gommone partito dalla Libia e diretto a Lampedusa. Fortunatamente sta bene, così come la mamma. La tattica degli scafisti di imbarcare donne incinta per influenzare l’opinione pubblica e aumentare il criminale giro d’affari è nota. C’è il sospetto che anche stavolta sia andata così. Nelle ultime ore hanno rischiato di morire in mare altre due creature le cui madri sono state soccorse appena in tempo dopo il ribaltamento di fronte all’isola siciliana della carretta sulla quale stavano viaggiando. Le poverette, trasportate all’ospedale di Palermo, a causa del rovesciamento dell’imbarcazione sono entrate in travaglio.
I trafficanti d’esseri umani non si fermano di fronte a niente. Usano le persone più fragili come lasciapassare. Il testimone passa poi alle Ong che setacciano il Mediterraneo pronte e invocare un «porto sicuro» che regolarmente ottengono facendo leva proprio sulla presenza di donne, alcune in gravidanza, e bambini. Una vergogna che negli ultimi giorni ha ripreso a crescere a ritmo frenetico.
Da sabato sono stati scaricati in Italia 1.500 clandestini. Ieri il mercantile Asso Trenta, nave privata che lavora per le piattaforme Eni, ha attraccato a Porto Empedocle con 232 migranti soccorsi nel canale di Sicilia. Nella stiva anche un cadavere, l’ennesimo di una mattanza contenuta solo da Matteo Salvini al ministero dell’Interno. Poi hanno cominciato a governare Pd e 5 Stelle, al Viminale è andata Luciana Lamorgese, e i risultati sono questi. Per i 232 stranieri, tampone e imbarco sulla nave-quarantena Allegra.
Sull’altra imbarcazione da crociera, Adriatica, troveranno posto parte degli immigrati – circa 150 – ospitati nell’hotspot di Lampedusa, di nuovo stracolmo. Adriatica può accogliere fino a 400 persone. Davanti all’isola c’è Suprema, dove in queste ore verranno fatti salire altri 300 richiedenti asilo ammassati nella struttura d’accoglienza che ieri ospitava 900 persone: la capienza massima è di 192. Si fatica a dar conto di tutti gli sbarchi. Tra i più consistenti, quello degli 89 migranti soccorsi dalla Vos Triton e trasbordati su una motovedetta della Capitaneria di Porto. Si tratta dei migranti che si trovavano sul gommone per cui la Sea Watch aveva lanciato il nuovo allarme. Tra questi 12 bambini e 16 donne, fra cui la mamma della piccola Fatima. Qualche ora prima erano sbarcate autonomamente a Cala Pulcino altre 90 persone.
Mentre scriviamo, le agenzie riferiscono di un peschereccio tunisino che ha recuperato 103 migranti partiti dal porto libico di Zuwara con rotta Lampedusa: l’imbarcazione ha smesso di funzionare a circa 100 chilometri dal porto di Shaba. Gli stranieri, tra cui siriani, egiziani, bengalesi e somali, sono stati consegnati alla guardia marittima tunisina. I numeri del Viminale sono drammatici. Dal primo gennaio a ieri, si fa riferimento solo a sbarchi “ufficiali”, sono arrivati 3.819 irregolari contro i 2.065 del 2020 e gli appena 262 del 2019, quando l’immigrazione era gestita dal capo della Lega. Giorgia Meloni è tornata a invocare il «blocco navale»: «Fratelli d’Italia continua a tenere alta l’attenzione sul business dell’immigrazione clandestina. Il nuovo governo ci ascolterà?».