Covid, nuove zone arancioni in Lombardia: ecco le province e i comuni. I nuovi divieti
Un pezzo di Lombardia in zona arancione. Come annunciato dall’assessore al welfare, Letizia Moratti, il Pirellone ha deciso di posizionare in zona arancione l’interaa provincia di Brescia, il comune di Soncino – Cremona – e i comuni di Viadanica, Predore, Adrara San Martino, Sarnico, Villongo, Castelli Calepio, Credaro e Gandosso, tutti della Bergamasca.
Nelle scorse ore dalla città di Brescia e dai comuni vicini era arrivato l’allarme per l’esplosione dei contagi da covid – in parte legati alle varianti del virus – e dalla regione hanno deciso di intervenire immediatamente per cercare di contenere i danni.
Alle normali restrizioni di questa fascia di rischio, se ne aggiungono altre per contenere i contagi all’interno degli istituti scolastici, quali: chiusura di nidi, scuole dell’infanzia ed elementari, niente lezioni in presenza nelle università. Sarà vietato lo spostamento nelle seconde case e sarà reso obbligatorio lo smart working dove possibile.
L’ordinanza per il passaggio in zona arancione sarà firmata in giornata dal presidente Fontana. Lui stesso la scorsa settimana aveva già trasformato in zona rossa i comuni di Bollate, Viggiù, Mede e Castrezzato.
I divieti in zona arancione ‘rafforzata’
In zona arancione – quindi nella provincia di Brescia e negli altri 8 comuni interessati dall’ordinanza – saranno consentiti spostamenti soltanto all’interno del proprio comune, anche se resterà la solita raccomandazione di evitare gli “spostamenti non necessari”.
Sarà possibile uscire dai confini comunali, presentando l’autocertificazione, per i soliti motivi di lavoro, necessità e di salute. Esclusa la possibilità di uscire dal comune per far visita a parenti e amici.
Salva la deroga per i residenti nei comuni con meno di 5mila abitanti: potranno superare i confini del proprio paese e spostarsi verso comuni entro una distanza di 30 chilometri, ma senza raggiungere i capoluoghi di provincia. Sarà vietato lo spostamento nelle seconde case.
Chiuse tutte le scuole e chiusi anche bar, ristoranti, che potranno fare asporto fino alle 22 – solo fino alle 18 per i locali senza cucina – e domicilio senza limiti di orario. I negozi resteranno aperti mentre i centri commerciali – prorpio come ‘rafforzamento’ dei divieti – saranno chiusi.
“Una sola dose di vaccino”
“La decisione è stata presa dopo aver consultato la nostra Commissione dati, composta dai rappresentanti del mondo scientifico e in accordo con il Ministero”, ha detto nell’Aula del Consiglio regionale la vicepresidente di regione Lombardia, Letizia Moratti.
“Inoltre abbiamo deciso – ha continuato – una rimodulazione della strategia vaccinale come strumento prioritario del contenimento del contagio in modo da prevedere o la somministrazione di una sola dose o il posticipo di sei mesi per la sua somministrazione. Un’eventuale risposta positiva ci permetterebbe di avere maggiore disponibilità del vaccino che ad oggi è misura scarsa”.
“Regione Lombardia – ha sottolineato Moratti – sta attuando un’attenta sorveglianza sanitaria per intervenire in modo circoscritto e preventivo sulle aree che oggi appaiono critiche, anche a causa delle varianti che si stanno diffondendo con rapidità. La strategia viene messa in campo al fine di consentire, allo stesso tempo, a quelle aree non interessate da un’accelerazione del contagio, di proseguire le normali attività”.
“Verranno infine concentrate nei limiti del possibile e delle linee guida del Ministero – ha concluso la vicepresidente – le attività di vaccinazione in particolare partendo dai Comuni al confine tra la provincia di Brescia e Bergamo con presenza importante di focolaio di contagio legato alle varianti e alla situazione di tensione legata alla saturazione delle terapie intensive locali”.