Mario Draghi, “in quanti non votano la fiducia”: rivolta interna al M5s, “scene di guerriglia”
Il governo di Mario Draghi si è appena insediato, ma già deve fare i conti con l’aria pesante che si respira all’interno del Movimento 5 Stelle, che secondo i soliti bene informati sarebbe sfociata anche in vere e proprie “scene di guerriglia” durante la riunione di sabato sera. Non che al nuovo premier interessi particolarmente, dato che i numeri della sua maggioranza restano ampi a prescindere da cosa farà la fronda grillina. Secondo le ultime indiscrezioni raccolte dall’Agi sarebbero almeno una ventina i senatori del M5s pronti a non votare la fiducia all’esecutivo di Draghi, venendo meno al vincolo con la base elettorale sancito dalla votazione sulla piattaforma Rousseau.
Votazione che però per la fronda è stata “truffaldina”, dato che il quesito non rispecchiava la realtà dei fatti, come spiegato da Barbara Lezzi che guida la rivolta interna al Movimento, insistendo per la ripetizione della consultazione su Rousseau. “Il quesito parlava di superministero – ha dichiarato in un’intervista al Fatto Quotidiano – gli iscritti hanno votato su altro, quindi la consultazione va ripetuta. Lo Statuto lo consente, entro cinque giorni dalla votazione”. Nel frattempo che i dissidenti decidano come organizzarsi, il capo politico Vito Crimi ha ricordato loro che il “no” a Draghi comporterà l’espulsione dal Movimento.
Diverso il discorso per chi dovesse astenersi: in quel caso le possibili ricadute sarebbero da determinare. Sempre secondo l’Agi non c’è però alcuna possibilità che la fronda grillina provochi una scissione costituendo un nuovo gruppo. “Possiamo sempre optare per l’astensione – ha dichiarato la Lezzi – e i ministri possono fare un passo di lato. Il governo partirebbe e noi lo valuteremmo su ogni provvedimento, potendo incidere. In questo esecutivo siamo minoranza, non abbiamo peso. Non faccio numeri e nomi, parlo per me. Se non si rivotasse – ha chiosato – non mi sentirei vincolata, dato che il quesito era erroneo. Scissione? Non esiste. Io sono e mi sento del Movimento. Ma questo governo per noi è un suicidio”.