Draghi piace agli italiani. Ma i sondaggi possono diventar un “boomerang”
Anche se deve ancora ottenere la fiducia delle Camere, Mario Draghi può già vantare un record: quello del gradimento.
Secondo una rilevazione effettuata da Noto Sondaggi, il 56% degli italiani ha fiducia nel presidente del Consiglio. Numeri decisamente alti, soprattutto se tiene conto che il rappresenta il dato più alto registrato negli ultimi 20 anni.
Il “curriculum” dell’ex presidente della Bce potrebbe essere uno degli elementi apprezzati dagli italiani. Ma a giocare a favore del premier vi è anche il fatto che la sua agenda coincide sostanzialmente con le priorità dei cittadini. L’auspicio del 68% degli elettori è che nel programma del nuovo governo prevalga il tema della crisi economica. A seguire vi sono le questioni sanitarie (62%) e del fisco (54%).
Il premier, chiamato ad una sfida di grande importanza, non può però, dormire sugli allori. Perché non tutto è oro quel che luccica. Questo livello di super consenso potrebbe generare delle criticità. Dall’analisi effettuata da Noto Sondaggi, pubblica su Il Giorno, emergono due possibili boomerang che potrebbero offuscare la stella di Draghi.
Il primo riguarda le aspettative che i cittadini ripongono nel premier. La fiducia così alta è sinonimo di una attesa molto elevata nei tempi delle performance da parte di chi è oggi al comando. In altre parole, gli italiani dovranno pazientare per vedere gli effetti delle azioni del governo guidato dall’ex numero uno della Bce. Spesso, infatti, la richiesta di risoluzione dei problemi sociali non corrisponde nei tempi al periodo necessario affinché le strategie economiche abbiano la possibilità di impattare nell’economia reale. E questo oggi potrebbe essere un problema in quanto i cittadini sono alle prese con gli effetti della crisi economica. Non esiste una bacchetta magica da usare per risolvere i disastri provocati dalla pandemia. Per superare l’ostacolo il premier potrà, però, scegliere una strada bel precisa: stabilire un legame più diretto con il popolo. Ciò sarà utile soprattutto nel caso in cui serva più tempo del previsto per la ripresa economica.
Il secondo possibile boomerang a cui Draghi dovrà fare attenzione è la sua squadra di governo. La fiducia in questo esecutivo attualmente si attesta al 48%. Un risultato sicuramente di rilievo. Eppure non si può non notare la differenza tra la fiducia verso il premier e quella nei confronti del suo team. Le insoddisfazioni sono legate soprattutto alla modalità di composizione della “formazione”. Il 54% dei cittadini avrebbe preferito un maggior equilibrio tra il numero dei ministri “tecnici” e quelli “politici”. Ora la parola passa a Draghi. Se il premier e la sua squadra faranno un buon lavoro sarà tutta l’Italia ad avvantaggiarsene.