Lo stratagemma di Conte per entrare alla Camera e non lasciare la politica
Che fine ha fatto Giuseppe Conte? Il fatto di non essere riuscito a mettere in piedi il governo Conte-Ter dopo le dimissioni, che infatti lui ha cercato di evitare in ogni modo, è ancora una ferita aperta.
Ora il suo obiettivo è non finire nell’oblio e il Corriere della sera riferisce che tra sabato e domenica insieme al suo entourage ha pianificato la tabella di marcia per i prossimi passi, che gli potrebbero garantire un ritorno alla politica attiva in breve tempo, rientrando dalla porta di servizio.
Giuseppe Conte sarà candidato alle suppletive della Camera, nel collegio uninominale di Siena. Le elezioni si terranno tra poche settimane e sono state indette per rimpiazzare Carlo Padoan, che recentemente ha rimesso il suo incarico di deputato in forza Pd per accettare la nomina a presidente di Unicredit. A oggi non è stata ancora cerchiata di rosso nel calendario la data per l’andata alle urne. Dovrà essere Mario Draghi, qualora otterrà la fiducia, a stabilirla. Al momento fa testo l’indicazione inserita nel decreto Ristori quater, dove si indicava come termine ultimo il 31 marzo. L’ex presidente del Consiglio vuole sfruttare la popolarità residua per acciuffare il titolo di onorevole e terminare la legislatura tra i banchi della Camera dopo essere stato per due volte premier. Quel che è certo è che per il momento Giuseppe Conte non ha nessuna intenzione di tornare a insegnare all’università.
Scartata l’ipotesi di candidarsi come sindaco di Roma, già paventata dal Movimento 5 Stelle e appoggiata dal Pd, l’unica alternativa rimasta a Giuseppi è il posto alla Camera. In questo modo Conte non scomparirebbe dalla politica nazionale, avrebbe ancora a disposizione l’onda lunga della popolarità per andare ospite nei salotti televisivi e diventerebbe il frontman del Movimento 5 Stelle. Il collegio 12 della Toscana, Siena e trentacinque Comuni del circondario è decisamente alla sua portata e i vertici del M5S e del Pd hanno già attenzionato l’ipotesi, considerandola quella migliore per il momento storico. La decisione è stata presa domenica pomeriggio, poche ore prima che Conte si smarcasse dall’ipotesi di ricoprire un ruolo nel governo di Mario Draghi.
Le suppletive senesi, che potrebbero rappresentare l’unico biglietto possibile per la permanenza di Giuseppe Conte nella politica nazionale, nell’immaginario collettivo se la giocheranno con quelle del Mugello del 1997 che portarono in parlamento Antonio Di Pietro. L’ex pm di Mani Pulite sconfisse Giuliano Ferrara. Ancora non si conosce l’avversario che gli schiererà contro il centrodestra.