Chi è Daniele Franco, l’uomo a cui Draghi starebbe per affidare le chiavi dell’economia
Nel totoministri degli ultimi giorni Daniele Franco c’è sempre. E’ il personaggio più accreditato alla successione al piddino Gualtieri all’Economia, amico e collaboratore di Draghi dai tempi di Bankitalia.
Daniele Franco: per sei anni ha guidato la ragioneria dello Stato
“L’uomo ideale – scrive La Stampa – per tener dietro ai conti del Tesoro e alla gestione dei 209 miliardi di fondi europei. Perché prima in via Nazionale e poi nei sei anni in cui ha guidato la Ragioneria generale dello Stato (maggio 2013/maggio 2019) la sua missione, la sua specialità, è stata esattamente questa: fare le pulci ai conti pubblici, controllare le copertura e l’efficacia dei provvedimenti”.
I grillini lo consideravano un nemico
La sua occhiuta vigilanza aveva fatto sì che i grillini lo considerassero un “nemico”. “Di Maio – ricorda ancora La Stampa – era arrivato a dichiarare pubblicamente di «non fidarsi» della Ragioneria, mentre Rocco Casalino aveva sostenuto che lo stesso Franco, assieme all’allora capo di gabinetto del Mef Roberto Garofoli e al direttore generale del ministero Alessandro Rivera, erano «due pezzi di m…» da rimuovere, perché intralciavano l’azione di governo coi continui richiami al rispetto delle regole di bilancio”.
E’ nato in provincia di Belluno nel 1953
Nato a Tricania, Belluno, il 7 giugno del 1953, Daniele Franco si è laureato in Scienze Politiche presso l’Università di Padova nel 1977. Il suo percorso di studi prosegue nel Regno Unito, dove consegue il Master of Science in economia. Prima dell’incarico di Ragioniere generale dello Stato opera presso il servizio studi di Bankitalia fino al 1994. Ricopre la carica di Consigliere Economico presso la Direzione Generale degli Affari Economici e Finanziari della Commissione Europea. Dopo la partentesi internazionale torna in Bankitalia questa volta nelle vesti di direttore della Direzione Finanza Pubblica del Servizio Studi.
Daniele Franco: le priorità sono debito pubblico e crescita
Intervenendo alla giornata del Risparmio lo scorso novembre, Franco – sottolinea ancora La Stampa – “ha indicato le due priorità del paese, debito pubblico e crescita. «Anche nel nuovo scenario le priorità della politica economica dell’Italia, dettate dalla necessità di accrescere il potenziale di crescita, rimangono immutate – spiegava -. Occorre migliorare la qualità e quantità dell’istruzione, accrescere gli investimenti privati e pubblici, aumentare la spesa in ricerca e sviluppo e accelerare l’innovazione, migliorare il quadro regolamentare e l’azione della Pa, facilitare l’aumento della dimensione delle imprese, recuperare i divari tra il Mezzogiorno e il resto del Paese».