Beppe Grillo a Roma per fermare Alessandro Di Battista: resa dei conti nel M5s
Beppe Grillo è ricomparso a sorpresa a Roma, anche se non ha partecipato all’incontro della delegazione 5stelle con Draghi. La sua iniziativa è un modo per rispondere alla presa di posizione di Alessandro Di Battistra che ha ordinato ai suoi seguaci (15 senatori e 30 deputati), scrive Dagospia, di astenersi sul voto di fiducia a Mario Draghi. Un attacco bello e buono alla politica del fondatore del Movimento, che al di là del voto della piattaforma Rousseau sull’appoggiare Draghi da parte del Movimento, si è speso in questi giorni per far accettare a tutto il Movimento la figura di SuperMario.
Di Battista, però, si è detto nettamente contrario a questa soluzione: “Io non ho mai detto in vita mia votate in un determinato modo, posso dire come voterò io e voterò no. Non posso accettare quello che ho definito un assembramento parlamentare pericoloso”, ha detto durante un’intervista Facebook ad Andrea Scanzi. “Non dimentico quello che Draghi ha fatto politicamente, anche se per tutti ormai è diventato un salvatore o un apostolo, con la stagione di privatizzazione di cui è stato l’artefice ha aumentato il gap tra i ricchi e i poveri”, ha concluso lanciando l’accusa che molti dentro al Movimento si fanno: quella che Draghi è un uomo delle èlite, del mondo finanziario ed economico tanto criticato e contrastato dai cinquestelle fin dal loro esordio con i primi meet up.
Grillo, nell’incontro di consultazione che ha avuto con Draghi, secondo Vito Crimi ha preso la parola 45 minuti dei 46 minuti della durata del colloquio. Un modo scherzoso per far capire chi ha parlato di più tra i due. E secondo qualche retroscenista politica l’ex comico avrebbe chiesto solo una cosa a Draghi: “Devi far fuori il killer pugnalatore seriale!”, avrebbe detto riferendosi a Matteo Renzi, l’uomo che si accordò con lui er far nascere il Conte 2.