Giuseppe Conte, “anche con la Lega?”. Retroscena M5s, assalto a Salvini: “Faremo in modo di non farli restare”
Che ne sarà di Giuseppe Conte? È ormai chiaro che l’ex premier non ha alcuna intenzione di tornare alla vita di prima, ma piuttosto è interessato a coltivare la sua carriera politica. Che a questo punto non può che svilupparsi all’interno del Movimento 5 Stelle: non a caso al vertice alla Camera è toccato a Beppe Grillo introdurre il discorso e a Conte chiuderlo, nonostante attualmente non abbia alcun ruolo ufficiale. Il garante ha chiesto ai grillini di essere “uniti e compatti”, ma nella realtà dei fatti non lo sono affatto: infatti anche nel vertice terminato nella tarda sera di domenica sono emerse parecchie resistenze all’ingresso nel governo di Mario Draghi.
“No a un esecutivo con dentro tutti, con anche la Lega. Mancherebbero un’identità politica e le garanzie per portare avanti i nostri temi”, avrebbe sostenuto Vito Crimi secondo la ricostruzione di Repubblica. Meno netta, invece, la posizione di Conte che non vuole rimanere a guardare per i prossimi due anni: “L’Aventino è anche una scelta percorribile, ma non auspicabile durante una pandemia mondiale. Bisogna fare i conti con la realtà, con la fase storica. Volgere le spalle al presidente incaricato vuol dire volgere le spalle al Paese. Temo molto la presenza della Lega né dimentico chi ci ha voltato le spalle. Il percorso è difficile ma porremo condizioni tali che alcuni soggetti non dovranno restare al tavolo. C’è da salvare le riforme fatte finora”.
Nel frattempo a fari spenti si discute di quale ruolo affidare a Conte. “Nella Prima Repubblica il ministero degli Esteri era quel luogo di compensazione dove i maggiorenti della Dc continuavano a mantenere e coltivare relazioni di livello”, ha dichiarato un sostenitore dell’ex premier a Repubblica. Secondo cui però è difficile che Draghi affidi il ministero che è stato di Luigi Di Maio a una personalità tanto ingombrante. Tra l’altro ufficialmente Conte fa sapere di non voler entrare nel governo, ma il M5s sta comunque pensando al modo migliore per dargli un ruolo ufficiale: un’ipotesi sarebbe quella di candidarlo nel collegio senese lasciato vacante da Pier Carlo Padoan, con l’appoggio di Pd e Leu. In alternativa per l’ex premier potrebbe esserci un posto nel direttorio che dovrà sostituire il capo politico nel M5s.