Mario Draghi, “un poliziotto al Viminale”. Addio Lamorgese, ecco il nuovo favorito

Sono 12 i posti per i politici nell’esecutivo di Mario Draghi. Un governo che sarà composto a metà da esponenti politici e l’altra da figure tecniche. I posti sono già stati assegnati: 3 ai 5Stelle, 2 a testa per Pd, Fi e Lega, uno per Italia Viva e Leu, uno per i gruppi minori.La Lega proporrebbe Giancarlo Giorgetti e Riccardo Molinari. Giorgetti  potrebbe andare allo Sviluppo economico, se non all’Economia. Ma per quel dicastero Draghi punta su un tecnico. Per i 5 Stelle si parla di Giuseppe Conte agli Esteri, anche se lì potrebbe esserci la riconferma di Luigi Di Maio. Giuseppi così potrebbe finire alla Giustizia. Per il ruolo di Guardasigilli però c’è in lizza anche l’ex presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia. Il terzo nome dei 5S potrebbe essere quello di Stefano Patuanelli.

Il Pd aspetta le decisioni di Nicola Zingaretti. “Dal destino di Zingaretti dipende quello di Andrea Orlando, che potrebbe succedergli alla guida del partito o fare il ministro”, scrive Repubblica. Dario Franceschini potrebbe essere riconfermato o spostato alla presidenza della Camera. Il ministro della Difesa uscente Lorenzo Guerini potrebbe essere spostato a fare il sottosegretario con delega ai Servizi. In quel ruolo in corsa anche l’ex capo della Polizia Alessandro Pansa: “l’alternativa di peso per lui sarebbe la delega agli Interni, che Draghi vuole affidare a un esterno”.

Forza Italia propone una donna (lotta fra le capigruppo Gelmini e Bernini) e Antonio Tajani. Leu proporrà la conferma di di Speranza alla Salute, per Iv un poker di nomi (Faraone, Rosato, Bellanova, Bonetti). E Draghi potrebbe fscegliere tra i partiti minori esponenti di ispirazione europeista: Bruno Tabacci o Carlo Calenda. L’equilibio per l’ex governatore della Bce sarà quello di amalgamare proprio le due metà (politici e tecnici) in un esecutivo che possa fuzionare e realizzare il programma che nella piena autonomia che Mattarella gli ha riconosciuto.

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