Mario Draghi, “governo a trazione centrodestra”. Pregliasco svela i numeri: perché Salvini e Berlusconi ci stanno
Lorenzo Pregliasco, fondatore di YouTrend, ha condiviso su Twitter un’analisi dei numeri in Parlamento e dei conseguenti equilibri politici. Nella giornata di oggi, sabato 6 febbraio, Mario Draghi ha incassato la disponibilità di Lega e M5s a sostenere il governo di “alto profilo” che dovrà essere formato come da richiesta del presidente Sergio Mattarella. Alla luce degli ultimi sviluppi, Pregliasco fa notare che al Senato potrebbe avvenire un ribaltone che metta ai margini i giallorossi: “O il M5s è compatto con Draghi o Forza Italia e la Lega (115 al Senato) rischiano di pesare di più di Pd e 5 Stelle (127 al Senato). Se il Movimento si spaccasse a metà, per esempio, il governo Draghi in Parlamento sarebbe a trazione centrodestra”.
Uno scenario tutt’altro che inverosimile, considerando che i grillini, sebbene Beppe Grillo sia sceso direttamente in campo per richiamarli all’unità e farli uscire dall’imbarazzo del “Conte o morte”, rischiano seriamente di spararsi nei piedi da soli. In più non è neanche così certo l’appoggio di Leu, che tra l’altro può contare su appena sei senatori, non particolarmente rilevanti. E forse sarà proprio la possibilità di un governo Draghi a trazione centrodestra a convincere il M5s a schierarsi compatto al fianco dell’ex presidente della Bce.
Non a caso Vito Crimi, al termine delle consultazioni, ha aperto a Draghi in maniera netta: “C’è la piena consapevolezza di dover dotare il Paese di un governo nel più breve tempo possibile. Abbiamo ribadito al presidente che nell’ultimo anno e mezzo alcune forze politiche di maggioranza hanno lavorato insieme ottenendo risultati importanti, riconoscendo esigenze e criticità reciproche con capacità di mediazione e lealtà”. In sostanza i 5 Stelle hanno chiesto a Draghi di formare il nuovo governo sulla base dell’asse giallorosso che sorreggeva l’esecutivo di Giuseppe Conte.