Il M5S va in frantumi su Mario Draghi: molti “venduti” grillini non vogliono lasciare le poltrone e lo stipendio
Cambia il governo ma nel M5s continua a regnare il caos. Sul sostegno a Mario Draghi i gruppi pentastellati rischiano di andare in frantumi. Alcuni parlamentari, infatti, non condividono la linea dettata da Vito Crimi che ha chiuso le porte ad un eventuale sostegno all’ex presidente della Bce. E il dissenso è stato reso pubblico. “È il momento di pensare al Paese, la linea di Crimi non è condivisa. Non escludiamo la spaccatura”, hanno riferito all’Adnkronos fonti parlamentari di primo piano.
Il momento clou per capire cosa accadrà in casa 5s è previsto nel pomeriggio.“Oggi ci sarà una resa dei conti in assemblea“, hanno spiegato le stesse fonti. Alle 15 i gruppi 5s di Camera e Senato si riuniranno in videoconferenza per fare il punto sulla delicata situazione politica.
Per il deputato Giorgio Trizzino “sarebbe da irresponsabili” sottrarsi “all’appello alla responsabilità che è stato rivolto dal capo dello Stato a tutte le forze politiche”. Il medico siciliano ha scritto su Facebook che se Draghi otterrà l’incarico “il suo governo dovrà rappresentare le forze politiche che lo sosterranno ed essere composto da ‘ministri politici e rappresentativi in linea di continuità con la precedente esperienza”.
Sul fronte opposto sono tanti i “no” a Draghi già arrivati. Contro l’ex numero della Bce si sono schierati diversi esponenti di spicco come lo stesso Crimi, Riccardo Fraccaro e l’ex deputato Alessandro Di Battista che per primo ha messo nero su bianco la sua totale contrarietà all’ipotesi Draghi. Tra i big l’unico ancora incerto è il viceministro uscente Stefano Buffagni. Quest’ultimo, tuttavia, dovrebbe allinearsi alla volontà della maggioranza pentastellata. “Mario Draghi ha un profilo inattaccabile, nulla da dire. Così come nessuno può dir nulla sulle competenze di Giuseppe Conte”, ha spiegato all’Adnkronos lo stesso Buffagni.
Dura presa di posizione di Paola Taverna. Su Facebook la vicepresidente del Senato ha ribadito il suo no ad un governo guidato da Draghi dicendosi favorevole al voto anticipato: “Ringraziamo il presidente Mattarella per aver pazientemente guidato questa grave e insensata crisi, ma ribadiamo che non voteremo un governo tecnico guidato da Mario Draghi. Riteniamo che l’unica strada giusta sia quella delle elezioni anticipate. I cittadini devono poter scegliere chi dovrà risollevare le sorti di questo nostro Paese”. Ancora poco tempo e si saprà se la spaccatura nel M5s sarà l’inizio di una frattura insanabile tra i pentastellati.