I contorcimenti dei 5Stelle su Draghi. Quante balle sulla “belva grillina” diventata filo-Ue
Ma non erano diventati europeisti? Il Pd non li aveva forse disintossicati dalle scorie populiste che ancora avvelenano Salvini e la Meloni nell’ancor più perniciosa variante sovranista? E se sì, perché i 5Stelle sono in preda a spasmi e contorcimenti ora che devono intrupparsi nel coro pro-Draghi? Strano, davvero strano. Sono mesi che ce la suonano con la belva grillina addomesticata da Zingaretti, con le “maggioranze Ursule“, con Di Maio sublimato da stadista (bibitaro) in statista e ora scopriamo che SuperMario le fa ancora l’effetto del drappo rosso.
L’incubo scissione
«Baciare il rospo?», si chiese la sinistra quando il ribaltone di Bossi del 1994 costrinse Berlusconi a passare la mano a Lamberto Dini, fino a quel momento ministro del Tesoro. Anche allora spasmi, contorcimenti e dibbattiti alla Ecce Bombo. Alla fine il bacio scattò e il rospo-Dini assunse le fattezze del Principe azzurro. Ma era realpolitik finalizzata a disarticolare il nemico (Berlusconi) per batterlo più agevolmente. Ora è diverso. Draghi non viene dai banchi del governo, ma dall’Eurotower di Francoforte. Più che il simbolo, è il cuore stesso della Ue costruita sull’euro. Avevamo capito, anzi ci avevano assicurato che la belva grillina vi si era perfettamente integrati.
La belva grillina vs SuperMario
Il travaglio (non inteso come Marco) di queste ore ci dice che così non è. Addirittura rinculano pericolosamente verso posizioni che la narrazione ufficiale dava ormai del tutto superate. È divertente assistere alle repliche della politica, che irrompe sotto forma di dura realtà per demolire verità di comodo, convenienze e convenzioni. E tale era il preteso europeismo grillino. Un’invenzione utile a tenere in piedi la baracca di un governo indecente, il Conte-bis, figlio dell’avventatezza di Salvini e del senso per la poltrona Di Maio. Lo sapevano tutti, eppure tutti a impupazzarlo come l’esito di una grande svolta politica: quella pentastellata verso i poteri di Bruxelles. La belva grillina finalmente doma e il suo istinto populista annullato per sempre. Ops, almeno fino all’arrivo di SuperMario.