Fico premier per sbloccare lo stallo: ecco come può rimpiazzare Conte

La pedina-Fico che si incastra al posto giusto. Per chiudere un puzzle di composizione difficile, nonostante l’esercizio di ottimismo delle ultime ore.

Questo è il ruolo che il presidente della Camera può ricoprire in questa crisi di governo, dopo l’indicazione come “esploratore” data dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Una funzione che rischia di andare ben oltre la mediazione tra le parti, come è sembrato ieri sera. I nodi da sciogliere sono tanti: appena il Movimento 5 Stelle ha aperto al nuovo dialogo con Matteo Renzi è scoppiato il putiferio. Alessandro Di Battista è scattato e ha minacciato l’addio, trascinando le dichiarazioni al vetriolo di deputati e senatori fedeli alla linea-Dibba.

Nel frattempo, all’interno del Partito democratico montano sospetti su possibili trame contro il segretario Nicola Zingaretti, ordite dai gruppi parlamentari, formati per lo più da ex renziani. Trame che hanno l’obiettivo di scaricare Conte, in favore di un altro presidente del Consiglio, o addirittura alla formazione di un esecutivo istituzionale. “Il cammino verso il Conte Ter non è affatto scontato”, è il ragionamento, in sintesi, di chi sta seguendo da vicino la crisi di governo. E la decisione di Mattarella non è passata inosservata: il tempo di esplorazione concesso a Fico è davvero molto ampio. Soprattutto in una fase così magmatica, ogni ora in più può favorire un colpo di scena.

M5S non può dire “no” a Fico

Perciò martedì prossimo Roberto Fico potrebbe entrare come mediatore al Quirinale e uscire con i galloni di premier incaricato. Con un rovesciamento delle carte in tavola e uno scenario del tutto nuovo. Gli umori tra i partiti di maggioranza segnalano come l’ipotesi sia più di una suggestione di Palazzo. “Conte resta l’unico nome fatto dal Movimento 5 Stelle. La linea è chiara”, conferma a IlGiornale.it una fonte parlamentare del M5S. Ma la riflessione è in campo: “Renzi potrebbe indicare Fico per far fuori definitivamente Conte. È chiaro qual è il suo obiettivo, è una questione personale”, spiega un deputato pentastellato. D’altra parte la posizione renziana è ferma: “Non mettiamo veti sui nomi, ma vogliamo i contenuti”, è stato ripetuto a IlGiornale.it. Ma le dichiarazioni dell’ex ministra Teresa Bellanova sono consegnate alle cronache: “Non c’è solo Conte”. E se Renzi non ha messo veti su Di Maio, figurarsi se è intenzionato a farlo contro Fico.

E quindi cosa farebbero i grillini di fronte all’incarico a un loro storico esponente? “Sarebbe difficile dire di no”, è il concetto espresso, pur con la solita aggiunta: “Noi sosteniamo Conte”. Anche il barricadiero Dibba avrebbe più di qualche difficoltà a opporsi a Fico. E con l’ex deputato rientrerebbero le minacce di rottura dei parlamentari malpancisti. Con un senso politico, nel discorso: “Poi a Renzi davvero conviene davvero Fico al posto di Conte? Ce lo vede Fico a dire sì al Mes?”. Il pensiero va alle dichiarazioni intransigente del numero uno dell’Aula di Montecitorio sul caso-Regeni e sulla vendita di armi con Paesi come Egitto e Arabia Saudita. Proprio quell’Arabia finita al centro di polemiche per il viaggio di Renzi a Ryad.

Le ambizioni di Franceschini

E la pedina-Fico si incastra, alla perfezione, con altri pezzi: il suo trasloco a Palazzo Chigi libererebbe il posto da presidente della Camera per lasciarlo a Dario Franceschini. Non è un mistero che il ministro dei Beni culturali ambisca a sedersi sullo scranno più alto di Montecitorio. Anche perché pensa a un ruolo più istituzionale per cercare la scalata al Colle. Il capodelegazione sogna di diventare l’erede di Mattarella. Il Pd, peraltro, potrebbe pure rivendicare il vicepremier, incarico che ad Andrea Orlando non dispiace affatto, insieme al ritorno a via Arenula da ministro della Giustizia. Sull’operazione un deputato dem resta possibilista: “È tutto complicato, non escludo niente”. L’operazione non crea disagi nemmeno a sinistra: non c’è da temere nessuna emorragia in Liberi e uguali. Certo, il ministro della Salute, Roberto Speranza, vanta un legame a doppio filo con Conte. Ma Fico ha una storia tutta a sinistra, per molti i deputati di Leu è quasi “uno di loro”, un “compagno”. Così la sua ascesa a Palazzo Chigi sarebbe vista come un successo.

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