Giuseppe Conte, indiscrezioni: tra poche ore al Quirinale per dimettersi. Passo indietro e appello ai partiti per un “ter”
L’ora delle dimissioni di Giuseppe Conte sembra essere arrivata. Potrebbero piovere già nelle prossime ore di oggi, lunedì 25 gennaio. Già, il presunto avvocato del popolo non ha i voti e lo ha capito: giovedì, sulla relazione di Alfonso Bonafede al Senato, pare destinato a crollare. Dunque, per paradosso, a Conte per restare al potere resta solo una via: quella del passo indietro, appunto, passo indietro del quale comunque non si è ancora definitivamente convinto (e, fosse per lui e lui soltanto, forse nemmeno lo farebbe, terrorizzato dalla possibilità di essere detronizzato). Le dimissioni gli servirebbero al varo di un Conte-ter, invocato dal Pd, spaventato dalle elezioni. Ma anche Luigi Di Maio caldeggia l’ipotesi, parlando di dimissioni anticipate di Conte come unica soluzione.
Il punto è che se il premier cadesse al Senato su Bonafede, “non potrebbe avere un reincarico da Sergio Mattarella”: glielo hanno spiegato, chiaro e tondo. E ovviamente l’argomento ha fatto breccia in Conte, pronto a tutto per la premiership. Insomma, tutti si attendono l’ascesa al Quirinale di Conte tra stasera o al massimo domani. E poi? E poi Conte proverebbe a trovare una nuova maggioranza per un nuovo governo, a quel punto senza Alfonso Bonafede e, magari, con Matteo Renzi (contro il quale però c’è il veto grillino). Dunque, in questo contesto, briga Dario Franceschini, che cerca i voti necessari a sopperire all’eventuale estromissione di Italia Viva: un governo con Pd, M5s, Leu e allargato a forze “liberali e centriste”, dunque pezzi di Forza Italia (sempre più in ebollizione) ma anche esponenti di IV che, a quel punto, abbandonerebbero Renzi (se quest’ultimo, come detto, venisse escluso). Insomma, ore decisive per capire che ne sarà di Conte, del governo e dell’Italia.