Un sacerdote è stato trucidato a colpi di machete in Nigeria
La Nigeria si conferma un territorio più che ostile per i cristiani, che continuano ad essere perseguitati. Padre John Gbakaan è stato trucidato la scorsa settimana. Un’ennesima triste vicenda, all’interno di un contesto che abbiamo già avuto modo di chiamare “massacro silenzioso”.
Il sacerdote è divenuto vittima di un terribile episodio, per cui è stato prima sequestrato da un gruppo e poi ucciso dai suoi stessi rapitori. L’arma scelta dagli assassini, a rendere il tutto ancora più macabro, è stata un machete. Il consacrato operava come incaricato all’interno della diocesi di Minna, che è insediata nello Stato del Niger. Tra le rovine di un Paese che sembra costantemente in conflitto, e in cui confessare la fede cristiano-cattolica è tutto fuorché semplice, gli uomini di Chiesa cercano di regalare speranze e prospettive alla popolazione, ma spesso finiscono nelle mani di criminali, com’è avvenuto in questo ed in altri casi.
Nell’arteria stradale che collega Lambata a Lapai, è stato rinvenuto il corpo del sacerdote. Ma non è stato semplice assicurarsi che il corpo ritrovato appartenesse proprio al consacrato in questione, così come riporta l’agenzia Fides, per via della natura e delle conseguenze dei colpi inflitti. Padre John Gbakaan era divenuto oggetto di un tentativo di ottenere un riscatto in seguito ad un rapimento. Purtroppo, si tratta quasi di prassi.
Gli aguzzini hanno prima telefonato alla diocesi in cui il sacerdote operava, domandando trenta milioni di Naira. Poco dopo la richiesta è scesa a 5 milion di Naira, ma con ogni probabilità avevano già deciso le sorti del povero padre. Padre Gbakann non era solo: nello stesso amaro destino è inciampato suo fratello, che è stato dunque dapprima sequestrato. Nel momento in cui scriviamo, però, non è noto se il fratello del parroco sia stato ucciso a sua volta o se sia stato risparmiato, magari in funzione delle richieste economiche inoltrate. Per ora si parla solo di banditi, ma in questa fase non si può escludere che anche il radicalismo religioso abbia fatto la sua parte in questa storia.
Può stupire la dinamica dell’omicidio, ma purtroppo avvenimenti di questa tipologia in Nigeria sono all’ordine del giorno o quasi. Siamo ormai alle migliaia di persone uccide, ogni anno, in pochi mesi. Soprattutto le zone del Nord sono interessate da una maggiore incidenza di quello che alcuni non fanno fatica a chiamare “genocidio”. Nel frattempo, sono arrivati i primi commenti da parte delle autorità ecclesiastiche nigeriane, che hanno sostanzialmente domandato alle autorità preposte d’intervenire con ogni mezzo affinché episodi del genere non si ripetano più. Il tema dei cristiani perseguitati – come sappiamo – rischia di rimanere d’attualità ancora per molto tempo, nonostante tutti gli sforzi compiuti in questi anni per salvaguardare l’esistenza di tante persone costrette a giustificarsi per la loro fede, in più di un contesto nazionale.
Il Nord della Nigeria sembra tuttavia fuori controllo: poco fa, nello Stato di Kaduna, che si trova sempre nel Nord della Nigeria, alcuni banditi – come riporta l’agenzia Nova – sono riusciti nell’intento di un agguato, uccidendo ben quattro poliziotti, mentre i jihadisti sono tornati a colpire nel Nord Est della nazione africana, assaltando e poi occupando una base militare sita nello Stato del Borno. Eventi che di certo non favoriscono la tranquillità dei cristiani residenti in Nigeria.
Gli accadimenti quotidiani suggeriscono la persistenza di una vera e propria persecuzione, che saremo con ogni probabilità costretti a raccontare ancora. Nonostante tutto questo, numerosi sacerdoti continuano ad operare in quella zona di mondo. Alcuni consacrati della Chiesa cattolica operano pure da organo d’informazione: alcuni nigeriani, per via della povertà e della mancanza di mezzi di comunicazione, possono anche non conoscere l’opera dei jihadisti, e i preti cristiano-cattolici cercano di mostrare il mondo a chi, a volte, non può avere idea di quello che gli accade torno. Un’altra attività, oltre quella di assistenza quotidiana per viveri e dimora, che i sacerdoti, tra mille difficoltà, portano avanti.