Liliana Segre: “Indignata dalla crisi, vado a Roma nonostante il Covid”. Conte impiccato ai senatori a vita
Liliana Segre in viaggio pur di non far cadere il Conte bis. La senatrice corre in aiuto del governo nel giorno del voto sulla fiducia alla Camera. I numeri – dicono i più – sono “ballerini”. Ed è vitale per la sopravvivenza giallorossa racimolare i voti dei senatori a vita. Segre compresa. “Non partecipo ai lavori del Senato da molti mesi perché, alla mia età, sono un soggetto a rischio e i medici mi avevano caldamente consigliato di evitare. Contavo di riprendere le mie trasferte a Roma solo una volta vaccinata, ma di fronte a questa situazione ho sentito un richiamo fortissimo, un misto di senso del dovere e di indignazione civile”, ha raccontato al Fatto Quotidiano.
La Segre pare essere in buona compagnia. Da tempo l’esecutivo di Giuseppe Conte corteggia i voti degli altri senatori a vita. Se Mario Monti ed Elena Cattaneo hanno però già annunciato la loro presenza, più incerta risulta quella di Renzo Piano. Tutta colpa – dice il quotidiano di Marco Travaglio – di un’agenda fittissima. Altrettanto sconosciuta la presenza di Giorgio Napolitano e Carlo Rubbia. Altri due voti ai quali si aggrappa il governo. Una situazione paradossale e senza precedenti. Mai prima d’ora un esecutivo aveva dovuto cercare i voti tra i senatori a vita, perché altrove non ne aveva.