Conte chiude a Renzi e supplica in ginocchio voltagabbana e traditori: “Datemi il vostro voto contro i sovranisti”

 E arrivò il giorno della fiducia alla Camera per Giuseppe Conte, dopo la crisi aperta da Matteo Renzi. Un intervento attesissimo, quello del premier, che ha ricordato in premessa come “la collaborazione in questa maggioranza, composta da fazioni che in passato si erano combattute anche aspramente, poteva solo nascere sul convinto appoggio dei principi costituzionali. E, seconda discriminante, sulla solida vocazione europeista del nostro paese, per consentire all’Italia di tornare protagonista”. Il premier ha poi spiegato che “anche a causa della pandemia, a inizio 2020, le cose si sono complicate”.

“Ma in questi mesi drammatici questa maggioranza ha dimostrato grande responsabilità, mediando anche nelle situazioni più difficili. Solo praticando indefessamente il principio di leale collaborazione sarebbe stato possibile stabilire politiche efficaci”, ha aggiunto il presidente del Consiglio. “Abbiamo sempre fatto le scelte giuste? Ciascuno esprimerà le proprie valutazioni. Da parte mia posso dire che il governo ha sempre agito con massimo scrupolo e massima attenzione per il futuro della nostra comunità”, ha rimarcato.

Dunque, i primi riferimenti, indiretti, a Matteo Renzi e Italia Viva:: “Se oggi posso parlare a nome di tutto il governo a testa alta, non è per l’arroganza di chi ritiene di non aver ammesso errori, ma per la consapevolezza di chi ha speso tutte le proprie energie per offrire le migliori soluzioni possibili alla comunità nazionale”. E ancora: “Nel dibattito pubblico di questi mesi vi è un elemento da chiarire. Alcuni hanno opinato che la pandemia, una sfida epocale, avrebbe prodotto l’effetto di schiacciare ed oscurare le politica. Il dialogo tra politica e scienza si è infittito in questo periodo, ma in realtà mai come in questo periodo la politica ha fatto scelte per il bene comune, la più nobile delle sue funzioni. Solo tutelando il bene primario, la salute, si può preservare il tessuto sociale del paese”.

Giuseppe Conte ha poi snocciolato tutte le azioni compiute dal governo giallorosso, con un particolare accento sulle misure messe in campo durante la pandemia, rimarcando come “sono state investite ingenti somme su scuola e sanità”, evidentemente con risultati rivedibili. Dunque ha insistito sulle misure relative al lavoro e alla defiscalizzazione. “Non avremmo potuto realizzare tutto questo se non ci fosse stata collaborazione e lealtà tra ciascuna forza politica. Nella sua tragicità, la pandemia ha rafforzato la nostra alleanza, le ragioni dello stare insieme”; ha sottolineato il premier, riconoscendo tale collaborazione anche alle forze di opposizione. “Bisogna darvene pubblicamente atto”, ha affermato riferendosi al voto sullo scostamento di bilancio e al fatto che “avete avanzato proposte concrete, qualificanti, spesso accolte dalle forze di maggioranza“. Insomma, un plauso in primis a Forza Italia, ma anche a Lega ed FdI. Un plauso all’opposizione per poi parlare della “politica non come esercizio del potere”, altri riferimenti indiretti a Italia Viva. Chiaro il tentativo di Conte: cerca voti per la fiducia al Senato anche tra le fila di Forza Italia e tra i “cespugli” centristi.

Si arriva poi al 13 gennaio. Alla “conferenza stampa in cui sono state confermate le dimissioni delle ministre” di IV. “Si è aperta una crisi che deve trovare qui, in questa sede, una soluzione. In modo trasparente, secondo i canoni essenziali della democrazia parlamentare“, ha aggiunto Conte, rivolgendo di fatto una sorta di appello tra le righe ai responsabili. Appello per salvargli la poltrona. “Tante famiglie che ci stanno guardando in questo momento stanno soffrendo per la morte dei propri cari. Confesso di avvertire un certo disagio – ha rimarcato il premier -. Sono qui oggi non per parlare di iniziative o bozze sul Recovery Plan, ma per provare a spiegare una crisi ai cittadini. Ma devo confessarlo, io stesso non ravviso alcun possibile fondamento a questa crisi“, ha picchiato durissimo contro Renzi.

“Rischiamo tutti di perdere contatto con la realtà. C’era davvero bisogno di aprire una crisi politica in questa frase? No, infatti i ministri e gli alleati che hanno seguito le vicende di queste settimane sono testimoni del fatto che abbiamo compiuto ogni sforzo per evitare che questa crisi potesse esplodere. Nonostante critiche, continui rilanci sui temi divisivi rispetto alle forze di maggioranza“, ha accusato Italia Viva, insomma, di aver giocato sporco. Di aver giocato per aprire in ogni caso una crisi che “ha aperto una ferita profonda tra le compagni di governo e nella maggioranza. E, ancor più grave, ha provocato sgomento nel Paese. La crisi rischia di produrre danni al Paese, si pensi alla risalita dello spread”, ha affermato Conte.

“Adesso si volta pagina. Questo Paese merita un governo coeso, dedito al benessere dei cittadini”, ha aggiunto Conte. Un durissimo intervento contro Renzi, insomma, a smentire i retroscena che suggerivano che avrebbe evitato simili fendenti. Indice del fatto che, probabilmente, il presidente del Consiglio confida nel fatto di avere i numeri al Senato, la prova decisiva per questa maggioranza, in calendario per domani, martedì 19 gennaio. “L’Italia ha bisogno di una serie di riforme, di interventi, che prevedono l’impegno del governo da qui fino al termine naturale della legislatura”, ha affermato il premier, chiarendo – ammesso che ce ne fosse ancora bisogno – di non voler fare alcun passo indietro e, anzi di voler restato incatenato alla poltrona fino al 2023.

“Sarebbe bello includere in questa maggioranza le forze di tradizione liberale ed europeista. Ma chiedo un appoggio limpido, senza condizioni, basato sulla condivisione del programma. A tutti quelli che hanno a cuore il destino dell’Italia chiedo: aiutateci. Aiutateci a ripartire con la massima celerità”, ha aggiunto Conte. Una sorta di appello disperato ai costruttori per tenere ben lontani da Palazzo Chigi i sovranisti.

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