Clemente Mastella, lo sfogo con Minzolini: “Conte, Pd e M5s hanno varato una norma per non farmi candidare. Prima, vogliono la fiducia”
“Prima vedere moneta e poi dare cammello”. È questa la nuova filosofia fatta sua da Giuseppe Conte. Il premier alle prese con una caccia ai “responsabili” prima vuole vedere il voto, poi è disposto a concedere qualcosa in cambio. Stesso discorso vale con il prodigo Clemente Mastella. Il sindaco di Benevento si è fin da subito messo in moto per cercare qualche “costruttore” che tenga a galla il governo giallorosso. Nulla di certo ancora, tanto che “quei geni dei grillini e del Partito democratico – è il discorso che fa ad Augusto Minzolini -, mentre sto tentando di mettere in piedi i responsabili, hanno votato una norma a Benevento per non farmi candidare a sindaco”. Una contraddizione? Niente affatto. Una mossa ben pensata. Solo se Mastella sarà di parola, potrà tornare a fare il sindaco di Benevento.
Nulla di nuovo nella storia politica. Per il retroscenista del Giornale “il piano di Conte per resistere è quello usato da tutti i governanti del mondo: la distribuzione del Potere”. L’idea del presidente del Consiglio a questo punto è quella di andare alla Camera, dove è sicuro dei voti, per ricevere la fiducia; poi recarsi a Palazzo Madama e mettere in piedi un governo che, senza fatti nuovi, risulterebbe di minoranza.