Maria Elena Boschi, retroscena: il “no” grillino alla renziana ministro ha di fatto aperto la crisi di governo
Il Consiglio dei ministri programmato per questa sera, martedì 12 gennaio, alle 21.30 sarà decisivo per capire se davvero si aprirà la crisi di governo e soprattutto che cosa potrà comportare e come si potrà risolvere. Secondo il retroscena di Simone Canettieri sul Foglio, Matteo Renzi sarebbe intenzionato a ufficializzare lo strappo un minuto dopo il sì “tecnico” al Recovery Plan, imposto con fermezza da Sergio Mattarella. Il pressing del Quirinale potrebbe però allungarsi anche sull’approvazione in Parlamento, facendo quindi slittare la crisi a fine gennaio: sui fondi europei il capo di Stato non transige anche perché “non possiamo inimicarci Bruxelles”. E allora a Renzi spetterà la scelta se aspettare ancora o andare fino in fondo, una volta per tutte.
Intanto sempre secondo il Foglio le trattative sul rimpasto si sarebbero arenate per colpa del Movimento 5 Stelle, che dall’alto della sua irrilevanza più totale ha però imposto il no a Maria Elena Boschi. Addirittura un ingresso dell’ex ministra nella squadra di governo farebbe venire “l’orticaria” a Roberta Lombardi del comitato di garanzia grillino, oltre che a diversi esponenti di spicco. Insomma, a far precipitare la situazione sarebbe stato proprio il “niet” grillino alla Boschi ministro (soltanto ieri, infatti, sembrava che la crisi potesse essere ricomposta). L’indiscrezione, comunque, cozza con quel “non vogliamo poltrone” che Renzi continua a ripetere (anche se le giravolte di mister Italia Viva sono arcinote a tutti).
E allora come si potrebbe risolvere il tutto? Gli scenari sono molteplici, anche se l’ultimatum odierno proveniente da Palazzo Chigi rende tutto ancora più complicato: “Se Matteo Renzi si assumerà la responsabilità di una crisi di governo in piena pandemia, per Giuseppe Conte sarà impossibile rifare un nuovo esecutivo con il sostegno di Iv”. E quindi in caso di crisi al premier non rimarrebbe altra scelta che cercare i responsabili oppure lasciare il posto a un nuovo governo e quindi a un nuovo presidente del Consiglio, in questo caso anche con l’appoggio dei renziani. Più defilate, invece, le ipotesi di un governissimo e di elezioni.