Conte offre a Virginia Raggi una poltrona da ministro per “liberare” Roma e accontentare il Pd
La crisi di governo da Palazzo Chigi arriva in Campidoglio. E a sorpresa per il rimpasto tra i nomi che girano è comparso anche quello di Virginia Raggi. Come si legge sul sito di Repubblica, la sindaca è indicata come possibile sostituta della renziana Elena Bonetti ministra della Famiglia. «Ipotesi fantasiose», dicono i suoi. Però la mossa avrebbe un doppio risultato: liberare Roma dalla presenza scomoda della sindaca e accontentare il Pd. Una promozione, si fa per dire….
Virginia Raggi e altri nomi
Conte dal canto suo pare, come anticipa sempre Repubblica in un altro articolo, che abbia pronti i nomi con cui andrà a sostituire Italia Viva. La delega del sottosegretario Scalfarotto verrebbe utilizzata per affidare i Servizi al dem Marco Minniti; il vicesegretario Orlando andrebbe all’Agricoltura al posto della Bellanova; la sindaca Virginia Raggi verrebbe nominata ministra della Famiglia, aprendo così la strada a un accordo fra Pd e M5S per le amministrative a Roma.
Governo alle strette
È una giornata frenetica per il governo. A poche ore dal Consiglio dei ministri per dare il via libera al Recovery Plan nessuno sa fare previsioni. Come riporta sempre Repubblica, tutti i pontieri hanno lavorato per impedire una crisi al buio. Ma si naviga a vista. Nessuno sa che cosa succederà, ovvero se le due renziane Teresa Bellanova e Elena Bonetti si dimetteranno subito stanotte dopo l’approvazione del Recovery plan come hanno minacciato. Oppure se aspetteranno ancora. Proprio ieri la titolare del dicastero della famiglia ha chiarito: «Sono una scout, il mio zaino è sempre pronto».
Conte: «Bisogna correre»
La tensione è alle stelle. Conte non vuole stare sotto scacco. «Bisogna correre, noi lavoriamo per costruire», dice all’ora di pranzo il premier. Una replica a distanza a Renzi che in tv aveva detto: «Approviamo questo benedetto Recovery e poi facciamo il Ristori 5, non ne posso più di perdere tempo». Tanto più che «Iv attende risposte sul Mes, sulle infrastrutture, su Autostrade», perciò «il premier si dia una mossa, altrimenti può restare al suo posto quanto gli pare, ma non restiamo al nostro posto noi». Repubblica in un retroscena anticipa che Conte si prepara anche al contrattacco per fermare il ritiro delle ministre Iv.