Quei portici trasformati in latrina così la piazza è ostaggio dei migranti
“Noi dobbiamo munirci di autocertificazione pure per portare a spasso il cane e a loro invece è concesso tutto”. È Giuseppe Longo, storico farmacista di piazza Vittorio, a denunciare una situazione ormai insostenibile.
Chi vive e lavora nella piazza simbolo del rione Esquilino non ce la fa più. I portici umbertini brulicano di gente alla deriva e gli incidenti sono all’ordine del giorno.
L’ultimo in ordine di tempo risale a venerdì sera. Il dottor Longo stava servendo gli ultimi clienti quando l’odore acre del fumo lo ha investito. “L’africano che dorme accanto alla farmacia – racconta – ne ha combinata una delle sue: attorno alle sette di sera ha dato fuoco a una pila di cartoni accatastata accanto ai cassonetti”. Le fiamme sono divampate in un attimo e c’è mancato poco che non andassero a fuoco anche le auto in sosta. “Per fortuna – spiega Longo – alcuni residenti hanno isolato il rogo con delle scope in attesa dell’arrivo dei vigili del fuoco”. Rogo nella piazza ostaggio di clochard e migrantiPubblica sul tuo sito
All’indomani del falò, con gran sorpresa del farmacista, il migrante piromane era ancora lì, accovacciato su un cartone. “Il giorno prima – continua – ha incendiato un trolley e anche in quel caso sono intervenuti i vigili del fuoco, possibile che non si possa far nulla per fermarlo?”. Longo è disperato, non è la prima volta che quell’uomo dà in escandescenze. “Di solito si accanisce contro gli specchietti delle auto, adesso si è messo pure ad appiccare incendi, ci sentiamo in pericolo”. Negli ultimi tempi, per il farmacista, è stato un susseguirsi di disavventure. “Qualche settimana due fa clochard hanno passato la notte nel gazebo dove facciamo i Covid test e l’hanno usato come latrina, non le dico cosa abbiamo trovato il giorno dopo”.
Anche i portici hanno l’aspetto di una toilette en-plein-air e nessuno dei disperati che li popolano indossa la mascherina. “Domenica scorsa – denuncia Longo – uno di loro pretendeva di entrare in farmacia senza mascherina, quando lo abbiamo fermato ha cominciato a sputarci addosso. Non se ne può più, siamo in piena pandemia e una situazione del genere è inaccettabile”. Lo stato d’animo di Longo è quello dell’intero rione. Sinora denunce ed esposti non hanno sortito alcun effetto duraturo. “Al massimo – conclude scoraggiato – siamo riusciti ad ottenere degli interventi spot”.
Ecco perché residenti e commercianti stanno mettendo in campo un’iniziativa più forte: una diffida. Per ora si tratta solo di una bozza, che Carmen Trimarchi, avvocatessa e residente di piazza Vittorio, sta finendo di limare. Ubriachezza molesta, risse, spaccio e rapporti sessuali consumati sotto lo sguardo sbigottito dei passanti, sono alcune delle problematiche sollevate nel documento. “Risiedo in questo rione da venticinque anni e non l’ho mai visto così degradato come negli ultimi mesi. Sembra di essere a Calcutta, non si possono lasciare decine di persone in balia del freddo e del Covid, non è una situazione sostenibile né per loro né per noi”.
Una volta ultimata, la diffida verrà inviata alle istituzioni che in questi mesi si sono dimostrate sorde agli appelli dei residenti: in primis alla sindaca Virginia Raggi e alla presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi. Ma nell’elenco dei destinatari ci sono anche la Prefettura e il Ministero dell’Interno. “Vogliamo mettere chi di dovere davanti alle proprie responsabilità e se non si dovesse arrivare a una soluzione neppure così – promette la legale – procederemo con le querele”. Paura e rischio contagio a piazza Vittorio: “Qui è terra di nessuno”Pubblica sul tuo sito