Migranti, Matteo Renzi tifa invasione e chiede lo ius culturae: «Aprire le porte all’”immigrazione di qualità”»
A formulare per prima la proposta di uno “ius culturae” per gli studenti stranieri era stata, un anno fa, la ministra renziana della Famiglia, Elena Bonetti. “I bambini nati e cresciuti qui e che chiudano un ciclo scolastico come le elementari o le medie, devono avere la cittadinanza. La loro identità è italiana”, affermava in un’intervista a La Stampa. “Lo Stato investe su di loro con un percorso educativo e poi li ostacola: che senso ha?”, si domandava il ministro.
L’idea fu oggetto anche di una proposta di legge. Oggi, a più di un anno di distanza, a rilanciarla è lo stesso leader di Italia Viva, Matteo Renzi, nelle sue richieste di integrazione al Piano di ripresa e resilienza del governo, con i correttivi del caso. “L’Italia deve candidarsi a prendere il posto degli inglesi nell’attrattività di Erasmus: diciamo a Pd, M5s e Leu di puntare sullo ius culturae dando la cittadinanza agli studenti universitari che verranno a laurearsi in Italia”, ha detto nei giorni scorsi l’ex premier.
“Se tu sei uno studente che viene a studiare medicina e stai cinque anni in Italia poi alla fine non soltanto ti do la laurea ma ti do la cittadinanza – ha spiegato Renzi, citato dal Corriere della Sera – perché mi interessa l’immigrazione di qualità, mi interessa attrarre cervelli, attrarre talenti”.
“Ci sono i 19 miliardi su scuola, università e ricerca: proponiamo di raddoppiare la cifra sul capitale umano”, è l’idea del leader di Italia Viva che, come nota Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, ha cambiato rotta rispetto al 2011 quando proponeva lo “ius soli per i figli degli immigrati” per cambiare l’Italia.
L’idea dello ius soli non è più comparsa nei discorsi dell’ex premier dalla fondazione del suo nuovo partito, una formazione di centrosinistra, è vero, ma aperta soprattutto ai moderati, anche quelli di centrodestra, che di cittadinanza facile magari non ne vogliono sentir parlare.
Più conveniente, allora, invocare lo ius culturae per perseguire “l’obbligo politico, economico e morale”, come lo definisce Stella, “di arrivare alla cittadinanza per i nuovi italiani”.
L’idea è quella di aprire ad una “immigrazione” cosiddetta “di qualità”. A sottolineare la mancanza di migranti “qualificati” nel nostro Paese sono i dati, come quelli pubblicati dal Corriere: gli stranieri che frequentano le università italiane sono soltanto il 5,6 per cento del totale.
La media dei Paesi europei, per fare un paragone, è del 9 per cento. Poi ci sono Paesi come la Svizzera o la Gran Bretagna, dove i numeri salgono rispettivamente al 17,7 e al 18,3 per cento.
Insomma, secondo Renzi, l’Italia dovrebbe aprire le porte ai migranti “qualificati”. Tutte le proposte di legge presentate in materia finora, però, si sono arenate davanti alle proteste dell’opposizione.