Norme Ue sul default, rischio catastrofe: “Gentiloni non dice nulla?”
Ennesima catastrofe nel nome del “ce lo chiede l’Europa”. Come denunciano in una nota il capodelegazione di Fratelli d’Italia-ECR al Parlamento europeo Carlo Fidanza e il co-presidente del gruppo ECR Raffaele Fitto, dal 1° gennaio 2021 entreranno in vigore le nuove norme Ue sul default.
Che significa? “Basteranno poche centinaia di euro di scoperto sul conto corrente per essere considerati insolventi e segnalati alla centrale rischi” spiegano Fidanza e Fitto. “Si rischia – osservano -una catastrofe per tante aziende, autonomi e dipendenti provati dal Covid e da ristori ridicoli. A maggior ragione quando finiranno le moratorie sui mutui. Il Commissario Ue all’Economia, già presidente del Pd, Paolo Gentiloni non ha nulla da dire? Andiamo incontro felici alla catastrofe perché ce lo chiede l’Europa?”.
In buona sostanza, sottolinea Antonio Signorini sul Giornale, da gennaio, in caso di conti in rosso, anche per piccole somme, gli addebiti automatici non saranno più consentiti. Se i clienti non avranno sufficienti disponibilità liquide sui loro depositi, le banche potranno fermare il pagamento di utenze, stipendi, contributi previdenziali, rate di finanziamenti. Alle banche il compito di bloccare il trasferimento e cancellare il relativo Rid. È un effetto delle stesse regole che prevedono anche la classificazione di non performing loans (Npl) anche per pagamenti in ritardo di tre mesi su somme a partire da soli 100 euro.
La norma choc di Bruxelles preoccupa – e non poco – le imprese. Come spiega Confartigianato, infatti, le nuove regole europee in materia di classificazione dei debitori in “default” (ovvero, in stato di inadempienza di un’obbligazione verso la banca) stabiliscono criteri e modalità più stringenti rispetto a quelli finora adottati dagli intermediari finanziari italiani. Con le nuove regole si specifica che per arretrato rilevante si intende un ammontare superiore a 500 euro (relativo a uno o più finanziamenti) che rappresenti più dell’1% del totale delle esposizioni dell’impresa verso la banca. Per le persone fisiche e le piccole e medie imprese con esposizioni nei confronti della stessa banca di ammontare complessivamente inferiore a 1 milione di euro, l’importo dei 500 euro è ridotto a 100 euro. Diversamente dal passato, l’impresa non potrà più impiegare margini ancora disponibili su sue linee di credito per compensare gli inadempimenti in essere ed evitare la classificazione in default.
Secondo Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi, in alcune dichiarazioni riportate da Teleborsa, l’introduzione, prevista per gennaio 2021, del nuovo regolamento europeo sui crediti deteriorati, “rischia di avere gravi conseguenze sul tessuto economico dell’Italia, da un lato limitando fortemente la possibilità per le banche di offrire all’economia l’indispensabile sostegno per uscire dalla crisi e, dall’altro, compromettendo irrimediabilmente la situazione finanziaria di clienti che si trovino a versare in difficoltà, anche solo temporanea”. E Paolo Gentiloni che fa?