“Accogliere gli immigrati della pandemia”. Così i giudici spalancano le porte ai clandestini
I giudici del tribunale civile di Milano, che sta rivedendo i ricorsi presentati dagli immigrati irregolari a cui è stata rigettata la richiesta d’asilo, hanno stabilito che potranno ottenere la cosiddetta “protezione umanitaria“. Possibilità presente solo in Italia e reintrodotta qualche giorno fa dal governo giallofucsia, che ora viene estesa a tutti coloro che nel proprio Paese potrebbero correre il rischio di ammalarsi di Covid. Quindi potenzialmente tutti.
Un abominio giuridico sulla pelle degli italiani
Avete capito bene. Anziché stringere le maglie dell’immigrazione illegale in piena pandemia, ancora una volta la sintesi tra sinistra politica e magistratura politicizzata partorisce un abominio giuridico sulla pelle degli italiani. Concedendo di fatto il diritto a stare in Italia a chiunque sbarchi clandestinamente sulle nostre coste. In barba a qualsiasi norma di accortezza e rispetto, anche sanitario, nei confronti dei nostri concittadini a cui si chiede di rimanere in casa e chiudere la propria attività. Nuovamente ha la meglio l’interesse economico della solita consorteria immigrazionista che spazia tra tribunali ed alcuni studi legali. Fino ad arrivare alle solite cooperative che gestiscono accoglienza e “integrazione” con soldi pubblici.
Sbloccati i ricorsi degli immigrati “diniegati”
Come riportato dal Corriere della Sera, in questi giorni si stanno rivedendo appunto tutti i ricorsi degli immigrati “diniegati” bloccati dal 2018 grazie al decreto Salvini. Ricorsi ora risbloccati e a cui verrà applicato questo nuovo parametro. Ciò porterà, oltre all’obbligo da parte dello Stato di mantenere chi non aveva diritto fino a pochi giorni fa a stare sul nostro territorio, anche ad accogliere molti nuovi clandestini. A causa del rischio di un forte e potenziale pull factor (fattore di attrazione).
Ai clandestini basterà dire che nel Paese d’origine c’è il Covid per ottenere la protezione
Alla luce di tutto questo basterà verosimilmente sostenere che nel proprio Paese d’origine ci sia il Covid per ottenere la protezione in Italia. Un paradosso che andrà spiegato bene alla popolazione stremata da mesi di restrizioni e divieti. Anche alla luce del fatto che la nostra è tra le nazioni al mondo con il più alto tasso di mortalità causato dal Covid. Alla faccia dell’”esempio Italia” sbandierato da Conte e soci.