Persino in Polonia si discute di abbandonare l’Ue
A prima vista l’idea che la Polonia possa uscire dall’Unione Europea sembra un’assurdità. L’80% dei polacchi, stando ai sondaggi, è infatti a favore della permanenza nell’Ue e la Polonia è una beneficiaria netta dei sussidi comunitari.
Polonia sempre più euroscettica
Guardando a fondo è però possibile notare come il governo di Varsavia, pur dichiarandosi europeista, non esiti ad andare contro i diktat di Bruxelles. Prendiamo ad esempio al fatto che la Polonia (insieme all’Ungheria) abbia posto il veto all’approvazione del bilancio comunitario come “ritorsione” ai vincoli sul rispetto dello Stato di diritto inseriti all’interno del Recovery Fund. Condizioni fortemente criticate dall’esecutivo polacco in quanto davano alla Commissione europea poteri enormi di interferenza nelle vicende interne degli Stati membri. Il veto è stato superato solo una volta ottenuto il diritto di ricorrere alla Corte di giustizia europea. Visto che ci serviranno anni per un verdetto, di fatto la Polonia può continuare con le sue riforme del sistema giudiziario.
Il braccio di ferro con la Commissione europea ha contribuito a toccare un nervo nell’opinione pubblica polacca. La rivista conservatrice Do Rzeczy è arrivata a titolare a tutta pagina mettendo sul piatto l’uscita della Polonia dall’Ue, e i partiti di opposizione hanno avvisato il governo che gli scontri con l’Unione possono convincere i polacchi a diventare euroscettici.
L’opposizione all’adozione dell’euro
Sarebbe facile pensare che questa sia una provocazione. I polacchi, da parte loro, hanno sempre posto in prima linea gli interessi nazionali: una volontà sempre rispettata dai governi che si sono succeduti negli anni. Un esempio in tal senso riguarda l’eventualità di un’adozione della moneta unica.
Pur formalmente impegnata ad entrare all’interno dell’eurozona, la maggioranza dei cittadini si è da sempre mostrata contraria. Da qui il fatto che il governo non abbia alcuna intenzione di agire in tal senso.
Giuseppe De Santis