Milano, si teme per la variante del coronavirus, Fontana: “Per ora nessun caso in Lombardia”
La nuova variante del coronavirus individuata in Gran Bretagna è già arrivata in Italia: la prima contagiata è una donna italiana rientrata nei giorni scorsi dal Regno Unito. La paziente – che è in isolamento con il suo convivente rientrato giorni fa dal Regno Unito – ha una forte carica virale. La donna – che secondo alcune fonti si trova nella zona di Roma – ha fatto il tampone nei giorni scorsi, probabilmente in un drive through. È positivo anche il suo convivente, in isolamento anche gli altri familiari e i loro contatti stretti. L’uomo si trovava a Londra per lavoro.
A Milano e in tutta la Lombardia per il momento non ci sarebbe stato nessun caso. I cittadini di ritorno da Londra sono “sono stati tutti monitorati o sono in fase monitoraggio”, come confermato dal presidente della Regione Attilio Fontana nel corso di una conferenza stampa a Milano. A domanda sull’argomento, Fontana ha replicato: “Da quello che si legge e dalle prime dichiarazioni degli esperti, la variazione non incide né sulla gravità della malattia né sulla possibilità di utilizzare i vaccini. Noi come Regione Lombardia – ha aggiunto – ci siamo subito attrezzati per individuare il virus modificato, ma per ora in Lombardia non abbiamo rinvenuto alcun caso”.
Fontana ha spiegato di aver ricevuto domenica una telefonata dal ministro della Sanità Speranza per “poter porre in essere interventi. Ci siamo immediatamente dati da fare a livello organizzativo. Siamo assolutamente pronti a rispondere ad ogni emergenza che si dovesse verificare”.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aveva dichiarato che la nuova variante di covid-19 “può aumentare l’indice di trasmissibilità Rt dello 0,5%”, ma in un videomessaggio il Direttore Generare della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza ha nel frattempo spiegato che “la variante di Sars-CoV2 che sta circolando in questo momento a Londra e nel sud est dell’Inghilterra, presenta delle mutazioni sulla proteina di superficie del virus, la cosiddetta Spike. Nonostante si ipotizzi che queste mutazioni possano aumentare la trasmissibilità del virus, non sembrano alterare nè l’aggressività clinica nè la risposta ai vaccini”.
La nuova variante del coronavirus, cos’è?
Il primo a dare l’allarme era stato il premier britannico Boris Johnson, il quale aveva avvertito che la variante mutata del coronavirus ha una trasmissibilità molto maggiore, del 70% in più. Ma a terrorizzare è stato soprattutto il ministro della Sanità Matt Hancock, il quale ha sostenuto che la nuova variante è “fuori controllo”.
Invece il capo dell’Autorità Sanitaria britannica Chris Witty aveva spiegato due cose molte molto importante: la prima è che non è provato che la nuova variante sia più letale e non esiste ad oggi nessun elemento che faccia pensare che sia più resistente ai vaccini di cui in Gran Bretagna inizia in questi giorni la somministrazione.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che la nuova variante covid “potrebbe incidere sull’efficacia di alcuni metodi diagnostici”. Ovvero che potrebbe sfuggire ai test del tampone. Non è la prima volta che il virus muta: “È già accaduto – ha spiegato il virologo Andrea Crisanti – con la variante di Shanghai che ha soppiantato quella di Whuan. Adesso la priorità è dare risorse adeguate ai laboratori per fare i sequenziamenti”.