Se cade Conte non arriva Draghi: si andrà ad elezioni anticipate
“Draghi è il governo che non c’è: evocato, temuto, strumentalizzato, ma il governo Draghi non c’è. Non è alle viste, nè nei propositi dei due protagonisti che potrebbero costruirlo, Mattarella e Draghi stesso”. Lo scrive Gianfranco Rotondi su HuffPost. “L’ex governatore non è una riserva della repubblica alla Ciampi, né un tecnico alla Monti, né un gran commis alla Dini (…). I suoi meriti storici sono già tutti scritti, non c’è bisogno di una riga in più nel curriculum, foss’anche un giro a palazzo Chigi. E poi che giro: con addosso le mani di partner convinti di avercelo portato loro, e dunque esigenti, incalzanti. Draghi sa che dovrebbe governare con gli stessi partners di Conte: i cinquestelle, l’Italia viva, le bande del Pd, in più Salvini renitente alla leva e portato a fatica da Giorgetti, ma per quanto tempo? E secondo voi uno chiamato superMario si butta in una avventura del genere? No che non lo farà”.
E nemmeno Mattarella scomoderà Draghi. L’attuale presidente non è Scalfaro né Napolitano. Non ha il gusto del potere e della scena. E’ un demicristiano gramsciano, nel senso di attento al concetto di ‘forze in campo’. Sa che la destra è prevalente nel Paese e gramscianamente la considera una forza con cui bisognerà fare i conti. Non la fermerà. (..) Andrà così, signori e signorini della discioglienda maggioranza: ve ne andrete a casa tutti invocando Draghi e governi di coesione”. Lo riporta oggi il giornale La Sicilia.