Renzi prepara la crisi della Befana, Rosato dà il benservito a Conte: non c’è più fiducia

La crisi di governo è sempre più vicina. Ci sono le indiscrezioni di due ministri, che confermano che Matteo Renzi starebbe per dare il benservito a Giuseppe Conte. E sarebbe addirittura stata abbozzata – ricorda Libero – la data della sfiducia di fatto al governo: “Nel 6 o nel 7 gennaio” dovrebbero arrivare “le dimissioni delle ministre Bellanova e Bonetti e quindi l’apertura di una formale crisi di governo“.

Renzi, crisi più vicina. Il sondaggio di Pagnoncelli

In questo clima il Corriere della sera ha provato a dare un aiutino a Conte pubblicando un sondaggio di Nando Pagnoncelli secondo cui il premier è in cima alla lista dei leader più graditi con il 57% dei consensi. Un sondaggio che è stato al centro di un ironico commento di Maria Giovanna Maglie: “Avete qualcosa da dire a Pagnoncelli?”.

Rosato, parole di fuoco: non c’è più la fiducia nel premier

E oggi Ettore Rosato, coordinatore di Italia Viva, getta benzina sul fuoco: “Ad oggi non c’è più la fiducia tra la maggioranza e il premier. Il premier l’ha sciupata. La fiducia non c’è più non solo con noi, noi diciamo cose che dicono tanti altri partner di maggioranza. Bisogna ricostruirla” se si vuole andare avanti. Rosato, ospite di ‘Agenda‘ su Skytg24, aggiunge: “Questo problema o lo risolve il premier o per noi questo governo è finito. Le dimissioni delle ministre Iv non le ha pronte Renzi, le hanno pronte le nostre ministre”.

Rosato: basta con l’uomo solo al comando

Rosato attacca sulla vicenda dei 209 mld del Recovery fund: “Anche gli altri partner di governo – dice – sono d’accordo con noi. Anche i ministri del M5S non hanno apprezzato che il premier abbia mandato la ripartizione dei 209 miliardi del Recovery fund alle due del mattino senza discuterne con nessuno, secretando i progetti, per approvarli alle nove in Consiglio dei ministri. Questo ha fatto cadere la nostra fiducia. E allora o il premier dice quale sia il suo percorso per i prossimi mesi o per noi questo governo è una esperienza finita”. All’Italia – sentenzia – non serve un “uomo solo al comando”.

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