Patrimoniale, ritirato l’emendamento di Nicola Fratoianni e Matteo Orfini
Niente tassa sul patrimonio. L’emendamento a firma Nicola Fratoianni e Matteo Orfini è stato ritirato. La patrimoniale, proposta in commissione di bilancio alla Camera, ha ricevuto il parere negativo del governo e dei relatori. I primi a battersi per far cadere l’ipotesi al vaglio è stato il centrodestra. “Pensare a nuove tasse in un momento come questo – diceva Matteo Salvini a novembre – è un crimine e da arresto immediato”. Dello stesso parere anche Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. La leader di Fratelli d’Italia l’aveva addirittura definita “un furto sui conti correnti”, mentre il numero uno di Forza Italia “un disastro della sinistra”. Ma all’idea del deputato di Liberi e Uguali e quello del Pd si sono opposti anche gli stessi alleati di governo. Matteo Renzi sul tema non ci era andato per il sottile: “La patrimoniale è un clamoroso errore”.
Non a caso in un primo momento la patrimoniale era stata dichiarata inammissibile per copertura salvo poi essere riammessa all’esame dopo il ricorso dei firmatari. La proposta di modifica chiedeva l’abolizione dell’Imu e dell’imposta di bollo sui conti correnti e di deposito titoli, per sostituirle con un’aliquota progressiva minima dello 0,2 per cento sui grandi patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500 mila euro e fino a 1 milione di euro per arrivare al 2 per cento oltre i 50 milioni di euro.