Dalla zona rossa per tutta l’Italia al coprifuoco anticipato: tutto quello che il governo ha in mente
Dalla nuova zona rossa per tutti al coprifuoco anticipato. Un passo avanti e uno indietro su Natale e Capodanno. Un tira-e-molla che sta diventando indigesto, Il governo apre e chiude l’Italia a giorni alterni, cambia i colori come se fosse un gioco per bambini. Raccomanda di non baciarsi e di non abbracciarsi. Dice come bisoogna lavarsi le mani e come stare seduti a tavola. Ma sulle decisioni importanti solo fumo. E per dare in pasto all’opinione pubblica un’attivismo che non ha, predispone altre misure, che contraddicono le precedenti, che a loro volta ne contraddicevano altre.
Natale, il governo parla di zona rossa e coprifuoco
Siamo dunque a un’altra stretta per Natale. E con ogni probabilità siamo anche all’ennesima conferenza stampa di Conte. Il giro di vite potrebbe partire già sabato prossimo. Fino all’Epifania nei giorni festivi e prefestivi l’Italia potrebbe diventare un’intera zona rossa o arancione. Nella seconda ipotesi, quella con ristoranti chiusi e negozi aperti, si parla anche di un coprifuoco anticipato alle 18 o alle 20. Perciò quasi sicuramente chiuderanno ristoranti e bar nei giorni festivi e prefestivi. Ancora in ballo il nodo dei negozi, mentre si limitano di più gli spostamenti.
La linea dura, ecco che prevede
Per la linea dura si schiera il ministro Roberto Speranza. Che mette in un quadro le scelte del Comitato tecnico-scientifico. I “famosi” tecnici di Conte spingono per istituire una zona rossa che vieti gli spostamenti non essenziali fuori dalla propria abitazione dal 24 al 27 dicembre e dal 31 dicembre al 3 gennaio, nonché il 5 e 6 gennaio. Un lockdown il cui effetto sarebbe quello di bloccare cenoni e veglioni anche tra parenti. Sembra effettivamente troppo, Conte è perplesso ma alla fine potrebbe alzare bandiera bianca.
Le divisioni sul Natale
Oltre a Speranza, a favore di un nuovo lockdown ci sono i ministri Dario Franceschini e Francesco Boccia. Ma non tutti nel governo sono della stessa opinione, non è necessaria una “zona rossa” per l’Italia intera. Altro nodo da sciogliere è quello dei ristori, inevitabili se si procederà con la chiusura delle attività. Ma con non pochi problemi dal punto di vista economico.