“Italiani escano di casa in ordine alfabetico”. L’assurda ricetta di Cartabellotta (Gimbe)
Uscite scaglionate per «ordine alfabetico» onde evitare assembramenti e ridurre così il rischio di contagio. Targhe alterne, insomma, ma per gli esseri umani. E’ la strabiliante proposta uscita da cilindro del presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, intervistato da La Stampa. In queste concitate ore in cui gli italiani aspettano con il fiato sospeso di che morte civile e di quali restrizioni si dovrà morire questo Natale, il virologo a capo della Fondazione deputata all’analisi dei dati epidemiologici pensa bene di mettere il peso da 100 sulle presunte responsabilità degli italiani.
Già, gli italiani, questi irresponsabili caciaroni che osano addirittura uscire di casa quando il governo gli dà l’ok per uscire di casa. Che dovrebbero invece prendere esempio dai «soldatini» tedeschi. La Merkel gli ordina di stare segregati per le feste? E loro ligi e muti. «Dovremmo fare un lockdown durante le vacanze di Natale come la Germania, ma gli italiani farebbero la rivoluzione», ha osservato con sommo disappunto.
Uscite per ordine alfabetico o le “targhe alterne” umane
E nonostante «non siamo pronti a misure così dure» (per caso Cartabellotta ci ha dato degli smidollati?) lo Stivale necessita «un piano rigoroso per ridurre i contatti ed evitare che la terza ondata si innesti direttamente nella seconda». Ad esempio, si può pensare di «dilatare l’orario dei negozi oppure, come un tempo con le targhe alterne, pensare a delle uscite scaglionate per ordine alfabetico».
Poi si fa quasi conciliante, bastone e carota: se gli italiani ieri si sono permessi di mettere il naso fuori di casa dopo quasi due mesi di restrizioni bisogna – quasi – capirli: «Paghiamo mesi di disagio e la gente non vede l’ora di uscire. Mi rendo conto sia impopolare dirlo, ma non è il momento». La seconda ondata è solo nella fase iniziale della discesa, spiega, «e davanti ci sono tre mesi d’inverno, il picco dell’influenza a fine gennaio e l’Italia tutta gialla con le festività. Anche l’arrivo del vaccino contribuisce all’idea sbagliata di imminente liberazione». No, figuriamoci, quale idea di liberazione: l’abbiamo capito che questo giochetto durerà ancora a lungo.
I tedeschi sì che sono bravi
Poi torna ad incensare la Germania e il suo lockdown, previsto da mercoledì 16 dicembre fino al 10 gennaio. «I tedeschi hanno capito che se non si governa la sanità non si rilancia davvero l’economia». Peccato che la Merkel abbia inondato i conti correnti dei tedeschi di denaro, cosa che non ci risulta essere stata fatta in Italia. «In Italia la strategia è meglio un uovo oggi che una gallina domani. Personalmente penso che quest’anno il Natale sia una festa da vivere sobriamente, anche nel rispetto di chi si dovrebbe incontrare. La verità è che le vacanze, con le scuole chiuse, sarebbero il momento ideale per un lockdown».
Cristina Gauri