“I meridionali sono ‘africani bianchi’, più resistenti al Covid”. L’ultima sparata del renziano Librandi
Per il deputato di Italia viva Gianfranco Librandi i meridionali – e quindi anche sé stesso – resisterebbero di più al coronavirus perché sarebbero «africani bianchi». Questa perla di antropologia fisica e genetica delle popolazioni (ah ma quindi le razze esistono?) è andata in onda durante la trasmissione radiofonica La Zanzara, condotta da Giuseppe Cruciani e David Parenzo.
Un fan del Continente nero
Anche stavolta il deputato di Italia Viva – e pezzo grosso della politica lombarda transitato in 20 anni da Forza Italia, poi Scelta Civica, poi PD, infine Renzi – ha mostrato di essere un fan sfegatato del Continente nero e di coloro che vi abitano – o che vi abitavano, perché magari nel frattempo hanno attraversato il Mediterraneo per farsi pascere dallo Stato italiano. Già ne aveva dato prova durante una puntata di Diritto e Rovescio, in cui aveva delineato il futuro dell’europarlamentare leghista Silvia Sardone, profetizzando che gli immigrati «Saranno indipendenti e vivranno senza di noi. Tu probabilmente in futuro andrai a pulire i bagni degli africani perché saranno più ricchi di noi. Loro hanno voglia di lavorare, hanno materie prime».
Per Librandi i meridionali sono africani bianchi
Così anche alla Zanzara Librandi si è prodigato nel tessere le lodi dei popoli africani, elogiandone la resistenza al coronavirus ed includendo nell’elogio anche i meridionali, categoria di cui – guarda caso – il fedelissimo di Renzi fa parte. «Gli immigrati africani sono anche più forti di noi. Fatemi vedere un migrante che è in ospedale col Covid – ha spiegato – Basta farsi un giro negli ospedali di Saronno o di Varese, non hanno niente, non vengono neppure contagiati. E questo avviene per una questione genetica. Io, ad esempio, sono calabrese e sono più forte. Io ho fatto il Covid per un solo giorno. I calabresi sono più forti… noi meridionali siamo africani bianchi».
Quindi il finissimo ragionamento antropologico del nostro lo porta a credere che i meridionali godano del benefico influsso genetico proveniente dal Continente nero, per vicinanza geografica. Qualche malizioso – noi no di certo – potrebbe addirittura pensare che parlasse di «superiorità razziale», riferendosi agli immigrati, ma anche a sé stesso. Chissà.
Cristina Gauri