“I canti dei bimbi? Senza Gesù” A scuola il Natale diventa ateo
Sarà un Natale diverso quello di quest’anno. Un Natale scandito da limitazioni inedite.
C’è però qualcosa che lo accomuna a quelli passati: il tentativo di renderla una festa “politically correct”, spogliandola di ogni connotazione religiosa.
Dicono serva a non offendere la sensibilità dei non cattolici: “Ma alla sensibilità dei cattolici, invece, chi ci pensa?”. È quello che si domanda Maria, mamma di una bimba cinque anni che frequenta una scuola materna di Fiumicino. Qualche giorno fa le hanno inoltrato via “WhatsApp” una circolare a firma dell’assessore alla Scuola Paolo Calicchio.
“Carissimi genitori, a causa dell’emergenza determinata dalla diffusione del Covid-19 (…) non si riuscirà a fare neanche la classica recita o spettacolo di Natale”, si legge nell’incipit della missiva. Dal Comune però hanno pensato a una soluzione per non scontentare grandi e piccini.
I bimbi diventeranno “testimonial degli auguri ufficiali che farà l’amministrazione ai propri concittadini”. Le maestre gli insegneranno “alcune frasi di ritornelli di canzoni natalizie” e “un operatore si recherà classe per classe per effettuare le riprese”.
Quei video poi verranno montati “per realizzare gli spot pubblicitari degli auguri ufficiali dell’amministrazione” e diffusi attraverso social media ed emittenti locali. Fin qui tutto bene. Ma proseguendo nella lettura c’è scritto anche che “non ci saranno riferimenti religiosi né politici”.
È questo quello che ha lasciato esterrefatta Maria. Il ragionamento è tanto semplice quanto efficace: “Che senso hanno gli auguri di Natale senza il benché minimo riferimento alla nascita di Gesù Bambino? Un Natale senza Gesù è come una festa senza festeggiato. È un controsenso, così i nostri figli non ne comprendono il significato”.
Nonostante tutte le remore del caso, Maria ha firmato la liberatoria per far partecipare sua figlia al progetto. “È sbagliato lo so, ma mettetevi nei miei panni: non firmando quella liberatoria le avrei fatto un dispetto, i bambini lo fanno volentieri, loro queste cose non le capiscono”. Mentre Maria si è rassegnata, i consiglieri di opposizione sono sulle barricate.
E così sull’amministrazione guidata dal sindaco dem Esterino Montino si è sollevato un vero e proprio polverone politico. Dai banchi del centrodestra lo sconcerto è unanime. “Il Natale è una festa cristiana che celebra la nascita di Gesù. È singolare che l’assessore alla scuola di Fiumicino a nome dell’amministrazione comunale decida di invitare le scuole a festeggiare la ricorrenza senza riferimenti religiosi, declassandola ad una festa pagana”, scrivono in una nota congiunta i consiglieri Mario Baccini, Alessio Coronas, Stefano Costa, Vincenzo D’Intino, Federica Poggio e Roberto Severini.
“Nessuno vuole impedire alle altre confessioni religiose di celebrare le loro ricorrenze nei giorni e nei modi che ritengono opportuni – chiariscono i consiglieri – ma non si può annacquare il diem natalem Christi impedendo alle famiglie di ispirazione cristiana di prepararsi all’evento secondo le proprie tradizioni”. Il centrodestra non ha dubbi: “Questo è l’ennesimo tentativo di offendere la comunità cristiana”.
Nel frattempo il senatore della Lega William De Vecchis, lo stesso che due anni fa aveva acquistato di tasca propria i crocifissi da appendere nelle aule di Fiumicino, annuncia una mobilitazione simbolica. “Se l’amministrazione comunale non farà marcia indietro – spiega il parlamentare ai nostri taccuini – ci presenteremo in massa davanti agli uffici del Comune per intonare i canti della tradizione natalizia senza censure”.