Covid, bufera sulla virologa Gismondo: «In Italia tanti dati falsi, hanno voluto creare il panico»
«Dati controllati male, il covid un’infezione opportunistica. Il coronavirus probabilmente è arrivato in Italia a metà dell’anno scorso». Tornano alla ribalta parole di Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica. Parole dette a margine di un convegno organizzato a luglio a Berlino. Un articolo di Repubblica ha acceso i riflettori sulle dichiarazioni, rilasciate a margine di un evento organizzato dall’Afd. Il video dell’intervista è ancora presente su YouTube
Gismondo: a marzo e aprile solo confusione
«Qual era la vera situazione in Italia a marzo e ad aprile?», chiede Six nell’intervista video. «Confusione, con così tanti dati e con dati falsi. Ogni giorno il governo e il ministero della Salute hanno pubblicato dati su positivi e morti. Ma non siamo sicuri che siano dati controllati. La confusione principale riguardava persone morte con covid o per covid. Solo al termine di questo periodo il ministero della Salute ha chiarito la situazione. Dieci… o poco più… pazienti sono morti per covid. Altri sono morti infettati dal covid ma con altre gravi patologie. Possiamo definire il covid un’infezione opportunistica, non la primaria», risponde Gismondo. Che, nel corso della conversazione, fa riferimento anche ai risultati di alcuni test sulle acque reflue. Collocherebbero «il coronavirus in Italia probabilmente a metà dello scorso anno».
Quelle immagini dei camion con le bare
Six si sofferma sulle immagini dei camion che trasportavano le salme a Bergamo. «Penso che non sia stata una scelta giusta mandare in onda queste immagini che hanno creato un impatto negativo a livello psicologico. La gente è andata nel panico e in confusione. Il governo deve dare sicurezza e tranquillizzare le persone». L’intervista dura quasi 14 minuti e Six torna sulle immagini dei camion di Bergamo. «Possiamo fidarci dei numeri del governo italiano, possiamo fidarci delle immagini dagli ospedali di Bergamo?». «Non ho idea, so che i governi a livello internazionale preferiscono alimentare il panico». Senza giustificazioni scientifiche? «Sì».