Amazon, i dipendenti precari ridotti a vivere in camper: “Non posso permettermi altro”
Vivere in un camper per lavorare da Amazon. Questa è la storia di Massimo Straccini, originario di Ferrara, che ormai da due mesi vive con la moglie in un camper per lavorare nel sito di Rovigo del colosso dell’e-commerce.
“Vivo nel camper e lavoro qua”
“Vivo e lavoro qua. Con questo stipendio non mi posso permettere altro”, confessa Massimo a Nordesteconomia. L’uomo ha 58 anni di Ferrara ed è un addetto allo stoccaggio: assunto il 7 ottobre, vive con la moglie che spera, a sua volta, di essere assunta come il coniuge. Purtroppo, però, il contratto non offre sufficienti garanzie a eventuali padroni di casa, per non parlare dell’esigua paga. Quindi l’uomo ha deciso di vivere in un camper davanti all’hub Amazon di Rovigo dove lavora. E, a quanto emerge da una ricerca della Cgil, non sono i soli.
Stipendi bassi e poche garanzie
Per 104 ore lavorative, il primo stipendio dell’uomo è stato di 968 euro (l’equivalente di 9 euro l’ora). Accanto al suo almeno un’altra decisa di camper, tutti di lavoratori Amazon. Da quando ha aperto il sito, infatti gli affitti delle case circostanti si sono alzati anche del 30%. Toccante la testimonianza di un 48enne di Bologna: “Ho una moglie, una figlia e un mutuo casa. Non posso permettermi di buttare via soldi per un affitto. Quindi ho scelto di vivere in camper”. Ricordiamo, inoltre, che per lavorare in Amazon non si viene quasi mai direttamente assunti perché la società si rivolge ad agenzie interinali: dopo un brevissimo corso formativo, con poche menzioni sulla sicurezza, i lavoratori imparano in realtà sul campo e spesso non vengono rinnovati, “senza spiegazioni, probabilmente perché ho un po’ di scoliosi e alla terza settimana mi avevano concesso di restare a casa due giorni causa mal di schiena, promettendomi che mi avrebbero cambiato incarico. Invece poi sono tornato dov’ero. Eppure l’idoneità fisica l’avevo passata”, testimonia un “collega” di Massimo a Rovigo.
Ilaria Paoletti