Non è l’arena, Roberto Speranza scappa quando l’inviato gli chiede del piano anti-Covid
Scappa, Roberto Speranza. E non risponde. L’inviato di Massimo Giletti per Non è l’Arena su La7 raggiunge il ministro della Salute per chiedergli conto del piano pandemico, mai aggiornato dal 2006 a oggi (sebbene per legge debba essere revisionato ogni 3 anni). Un vulnus drammatico al Paese, colpito dallo scorso febbraio dalla pandemia di coronavirus. La mancanza di quel piano, certificata dall’Oms in un report poi fatto sparire, pare per intervento del funzionario Ranieri Guerra, ha evidentemente avuto ripercussioni pesantissime sul piano organizzativo e sanitario in questi mesi di lotta al virus.
“C’è un report dell’Oms che sostiene che l’Italia abbia reagito in modo creativo e caotico all’emergenza Covid”, chiede l’inviato di Giletti a Speranza, che si avvia velocissimo verso l’auto blu. “Devo andare alla Camera, sono in ritardo”, sono le uniche parole uscite dalla bocca dell’esponente di Leu. Intanto, stoico, il giornalista continua a incalzarlo: “Un rapporto del Cts che dice che il 29 febbraio non sapevamo ancora quante fossero le terapie intensive. Ministro, eravamo pronti per la pandemia?”. Finestrini scuri e alzati, la macchina parte e se ne va. In collegamento a Non è l’Arena c’è anch Consuelo Locati, avvocato dell’associazione dei familiari delle vittime del Covid nella Bergamasca, che ha contribuito a sollevare lo scandalo del piano pandemico mai aggiornato. In mancanza di risposte da Speranza, la legale si rivolge direttamente a Luigi Di Maio: “Chiedo al Ministero degli Esteri di attivarsi affinché Zambon dica in Procura a Bergamo quanto di sua conoscenza”.