“Gli asintomatici non sono veicoli di contagio”. Lo studio su Wuhan dopo il lockdown
Gli asintomatici non sono veicoli di contagio da coronavirus. Lo afferma uno studio sulla popolazione di Wuhan pubblicato su Nature che dimostra che gli asintomatici non hanno un ruolo rilevante nella pandemia. Questo perché sebbene il contagio sia comunque possibile, per evitarlo sono sufficienti le mascherine, il distanziamento sociale e igienizzare le mani.
Lo studio sugli asintomatici e il contagio da coronavirus a Wuhan
Lo studio, intitolato “Post-lockdown SARS-CoV-2 nucleic acid screening in nearly ten million residents of Wuhan, China”, ha esaminato la prevalenza dell’infezione a Wuhan dopo il lockdown imposto dalle autorità cinesi a inizio 2020. La ricerca non ha rilevato alcuna trasmissione del coronavirus nei soggetti a stretto contatto con individui positivi ma asintomatici. I risultati della ricerca pertanto contraddicono la teoria secondo cui la trasmissione del virus da parte di individui asintomatici avrebbe un ruolo importante nella propagazione della pandemia.
I 300 positivi asintomatici identificati non hanno infettato nessuno
Lo studio è partito dall’identificazione di 300 soggetti positivi e asintomatici tramite un vasto programma di screening di oltre nove milioni di cittadini cinesi a Wuhan, l’epicentro iniziale della pandemia. Screening effettuato tra il 4 maggio e il primo giugno scorsi con l’impiego di test per la proteina C-reattiva (Pcr). I campioni di virus dei soggetti asintomatici posti sotto coltura in laboratorio non hanno portato alla generazione di “alcun virus trasmissibile”. Infatti tutti i 1.174 contatti stretti dei positivi asintomatici sono risultati negativi. Quindi nessuno è stato contagiato.
Il team di ricerca internazionale che ha studiato il virus a Wuhan dopo il lockdown
Lo studio è stato condotto da un team di ricerca internazionale guidato da scienziati della Scuola di sanità pubblica del Tongji Medical College presso l’Università Huazhong delle Scienze e della Tecnologia. In collaborazione con i colleghi della Norwich Medical School dell’Università dell’East Anglia (Regno Unito), della Wuhan Municipal Health Commission, della Jiangxi Science and Technology Normal University. I ricercatori, coordinati dai professori Fujian Song, Xiaoxv Yin e Zuxun Lu hanno valutato il livello di rischio a Wuhan dopo il duro lockdown iniziato il 23 gennaio e concluso l’8 aprile. “Rispetto ai pazienti sintomatici, le persone asintomatiche presentano in genere una bassa carica virale e una scarsa durata dello spargimento virale, che comportano un calo del rischio di trasmissibilità del SARS-CoV-2″, affermano gli autori della ricerca.
“Ecco come si può controllare con successo la trasmissione del virus”
“Questo lavoro conferma che la trasmissione della Covid-19 può essere controllata con successo da interventi non farmaceutici ben implementati. Tra i quali l’uso delle mascherine, l’igiene delle mani, il distanziamento sociale, il tracciamento dei contatti e il lockdown. In realtà, indossare la mascherine è ancora comune nei luoghi pubblici a Wuhan”, fa presente il professor Fujan Song. Gli scienziati hanno condotto anche i test sierologici sugli anticorpi, e hanno rilevato che almeno 2 su 3 degli asintomatici avevano avuto in precedenza l’infezione Covid-19. “Poiché il rischio che i residenti vengano infettati nella comunità è stato notevolmente ridotto, quando i cittadini suscettibili sono esposti a una bassa dose di virus, possono tendere ad essere asintomatici a causa della loro stessa immunità“, ha sottolineato il professor Song in merito ai 70 giorni di lockdown duro di Wuhan.
“Trasmissione dagli asintomatici mai stata causa primaria delle epidemie”
Tra i commenti riportati dai media Usa, che hanno dato risalto ai risultati dello studio, c’è quello di Simone Gold dell’America’s Frontline Doctor. Secondo la dottoressa, lo studio “conferma ciò che i medici sanno e che i non addetti ai lavori sospettano da un millennio. Vale a dire che la trasmissione dagli asintomatici non è mai stata la causa primaria delle epidemie“. In Italia già lo scorso settembre era stato il virologo Tarro a precisare che gli asintomatici non sono contagiosi. Ora questo studio non fa che conclamare una posizione condivisa da diversi esperti.
Adolfo Spezzaferro