Gasparri: «Questo governo è la peggiore disgrazia per l’Italia. Ma ora non cade e vi dico perché»
«Questo governo è la disgrazia peggiore per un Paese in emergenza. Ma invito a guardare i numeri e temo che non sarà mercoledì il giorno del giudizio». Alla vigilia della votazione in Parlamento sul Mes, Maurizio Gasparri fa il punto della situazione all’Adnkronos. Ripete più volte di «auspicare la caduta». Ritiene però che questo non accadrà la prossima settimana, «senza dover far ricorso a soccoritori palesi od occulti». Una previsione basata su un’analisi dei numeri.
Gasparri e i numeri del Senato
«Il governo è formato da persone incommentabili. Ma temo che non sarà mercoledì il giorno del giudizio. Invito a guardare i numeri nella loro cruda realtà. Leggo di tutto e di più alla vigilia di questo voto». Parlano di rischio di crollo del governo, «che peraltro lo meriterebbe, e su soccorritori palesi od occulti». Guardiamo allora i voti al Senato, «dove le situazioni sono sempre più complesse. L’esperienza ci dice che fisiologicamente non saranno presenti tutti i 320 senatori. Ad esempio in occasione del voto sull’ultimo scostamento i votanti sono stati 287. E in occasione delle comunicazioni del ministro della Salute, Speranza, sono stati 265. Ammettiamo che mercoledì prossimo i presenti e i votanti siano 300, non per defezioni volute e programmate ma sulla base di una previsione realistica fondata sulle esperienze passate. Conte per prevalere avrebbe quindi bisogno di 151 voti».
Voti in soccorso arrivano anche dal Gruppo Misto
«Il Gruppo di Renzi, prosegue Gasparri, calcolatrice alla mano, «conta 18 senatori. Quello delle Autonomie 9, ma arriverà a 8, vista la prevedibile assenza del presidente Napolitano per comprensibili ragioni. Dei 30 componenti del Gruppo Misto, almeno 26 sono orientati a votare per Conte. E purtroppo anche alcuni che da tempo non sono più nel nostro Gruppo, vale a dire Quagliariello, Romani e Berruti. Che a volte ci criticano da posizioni sovraniste e a volte da altre posizioni. Già così siamo a 52 voti». Aggiungendo i 35 del Pd «siamo a 87 e per arrivare a 151 servirebbero 64 senatori dei Cinquestelle. Il Gruppo è composto da 92, quindi il governo avrebbe la maggioranza anche se i dissidenti fossero 28. Ma mi sembra che in 14 abbiano firmato la lettera contro il Mes. E un conto è firmare una lettera un conto è votare contro il governo se dovessero aprirsi scenari apocalittici, con un taglio di seggi e di percentuali».
Gasparri: nei Cinquestelle c’è l’effetto poltrona
«Poco cambierebbe anche se i votanti dovessero essere 310 e la maggioranza richiesta di 156. Per i Cinquestelle l’effetto poltrona vale più dell’effetto Casaleggio, Casaleggio è un costo, la poltrona un incasso. Insomma, tutto questo patema giornalistico – ribadisce Gasparri – non ha fondamento sui numeri. Purtroppo temo che mercoledì prossimo per il governo non sarà il giorno del giudizio, che sarebbe salvifico e necessario per il Paese. Perciò, ove ci fossero nel centrodestra eventuali colleghi soccorritori non animati da contenuti ma da possibili e rispettabili preoccupazioni personali, credo che possano decorosamente votare contro il governo, perché il loro eventuale soccorso non servirebbe a niente».