Giuseppe Conte, il pugno sbattuto sul ginocchio durante l’intervista con Molinari: il nervosismo del premier
Un pugno sul ginocchio. Basta un gesto di Giuseppe Conte a tradire la determinazione, ma anche il nervosismo del premier. “Il mio governo non cadrà sul Mes, saremo noi a gestire la ricostruzione”, assicura in una lunga intervista al direttore Maurizio Molinari su Repubblica. A chi nel M5s annuncia voto contrario il 9 dicembre replica assicurando che il Movimento “sta completando la svolta pro-Ue”, mentre a chi nel Pd e in Italia Viva chiede il rimpasto risponde con un eloquente “dovete uscire allo scoperto e chiedere cosa volete”. L’aria nella maggioranza, insomma, sembra piuttosto tesa. E il pugno sul ginocchio, nota Molinari, arriva quando gli si chiede se il suo decisionismo non sia eccessivo.
Conte si difende a riccio. Lo accusano di aver dimenticato nel discorso in tv sul Dpcm i 993 morti del bollettino di poche ore prima e lui reagisce stizzito: “Come mi si può imputare una mancanza di carenza di attenzione se tutti i giorni sono in prima linea per sconfiggere questa pandemia?”. Tira dritto sulla governance del Recovery Fund, “sei supermanager per 60 progetti per tornare a correre, la parte del leone la faranno green e digitale”. Molinari parla di “governo ombra composto da lei, due ministri e sei supermanager”, ma Conte fa spallucce. Svicola clamorosamente sul Mes, ricordando che il voto del 9 dicembre “non sarà sull’attivazione, ma sulla riforma del meccanismo”. Tiene la porta aperta a Forza Italia, “ma non costruisco le fortune del governo sui comportamenti di una forza d’opposizione”.
E sul rimpasto, come già ribadito giovedì sera in conferenza stampa, esprime perplessità (“Una formula che andrebbe esiliata dal lessico della nuova politica) per poi rifugiarsi nella più classica formula Dc: “Se nell’ambito di un serio e costruttivo confronto politico una forza dovesse ravvisare l’opportunità di migliorare la sua squadra, questo sarebbe un altro discorso”. A Luigi Di Maio manda a dire: “Non ho nessuna ambizione di guidare il M5s, e trovo naturale che Luigi possa entrare nei nuovi organi di governo del Movimento, è un punto di riferimento per il M5s”. Tregua, dunque. Necessaria per salvarsi a vicenda, ma pur sempre tregua è: fino a quanto durerà?