Jole Santelli, la lettera dello zio Roberto: “Ecco perché il grillino Nicola Morra la ha attaccata. E come lei avrebbe risposto”

Chissà come avrebbe risposto l’ex governatrice della Calabria, Jole Santelli, alle indelicate parole del senatore Nicola Morra seguite alla sua morte. Ha provato a farlo lo zio dell’ex governatrice, Roberto Santelli. In una lettera inviata al Giornale, Santelli ha ripreso una conferenza stampa organizzata a Montecitorio dalla nipote il 13 maggio 2019. L’obiettivo era quello di raccontare di certe relazioni, inopportune, tra il senatore Morra ed elementi della Procura di Cosenza. “Il 15 febbraio 2018 il senatore Morra invita a casa sua delle persone. Morra invita a casa sua un indagato. L’indagato in questione era il capo segreteria del sindaco di Cosenza, che era stato denunciato dal sindaco stesso per una serie di problemi relativi a rimborsi”, queste furono – all’epoca – le parole di Jole Santelli. L’indagato era Giuseppe Cirò, il sindaco Mario Occhiuto di Forza Italia. 

“A questo punto Morra dichiara di aver registrato un’ora e mezza di conversazioni nel salotto di casa sua, con la anomala presenza non solo dell’indagato Cirò, ma anche di un consulente della Procura, e poi di aver portato alla Guardia di Finanza la registrazione di quanto avvenuto nel salotto di casa e di aver depositato un esposto – così parlò la Santelli citando gli atti -. L’esposto poi ha finito per coinvolgere il sindaco Occhiuto e quindi, di fatto, un esponente di un partito all’opposizione del premier Conte e del senatore Morra”.

Jole Santelli raccontò che il giorno dopo la denuncia, il procuratore aggiunto di Cosenza, Marisa Manzini, intestataria di tutti gli esposti di Morra, aprì la notizia di reato e Occhiuto, da querelante di Cirò, venne coinvolto come indagato. “E non è tutto – continuò l’allora governatrice -. Subito dopo la sua nomina a presidente dell’Antimafia, il senatore Morra ha chiesto e ottenuto il distacco nella propria segreteria del maresciallo della Guardia di Finanza e del procuratore aggiunto di Cosenza, Manzini, che si erano occupati di tutte queste vicende legate a Cirò”.”Insomma, avete capito perché Morra non ha commesso una gaffe? Aveva motivi di risentimento che appaiono imbarazzanti”, ha scritto lo zio della Santelli, che infine ha ripreso dei versi scritti dalla nipote poco prima di morire: “A te amara terra, derisa, martoriata, dimenticata, vorrei lasciar qualcosa del mio passaggio in vita. Ti lascio il mio profumo per inebriare i tuoi fiori, ti lascio il mio sorriso perché non manchi mai il sole. Ti lascio il mio amore per non sentirti abbandonata. E adesso, che vado via, ti lascio il mio impegno, perché tu possa risorgere. Addio Calabria mia”

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