Firenze, adesso i rom rubano ai cinesi. Razziati i magazzini di 20 imprenditori
Non paghi di derubare gli italiani, adesso i rom vanno anche dai cinesi. Succede a Firenze dove i Carabinieri della stazione di Peretola, durante un ordinario controllo nell’insediamento rom abusivo in Via del Fossetto, si sono imbattuti in un impressionante deposito di refurtiva. Si trattava in maggioranza di articoli di pelletteria, materiali da lavoro e addirittura teloni in pvc, tutti di produzione cinese.
I rom fanno gli indiani (con i cinesi)
E proprio da questi ultimi sono partite le indagini che hanno portato alla scoperta. Tutto nasce dall’iniziativa di un imprenditore cinese, che, dopo aver subito il furto di alcuni teloni in pvc aveva allertato i carabinieri dopo essersi, infruttuosamente, recato da solo nell’accampamento. Lo straniero era tornato dalla sortita a mani vuote posto che i rom gli avevano detto di non saperne nulla.
La perquisizione
I militari hanno così identificato una decina di rom, mostratisi all’inizio collaborativi. I rom hanno mostrato ai carabinieri le baracche, risultate vuote. Poi la scoperta: sul tetto di una delle abitazioni di fortuna stazionavano proprio i teli di pvc da cui l’indagine era partita. Insospettite, le forze dell’ordine hanno così aperto la porta sigillata di una baracca e dentro hanno rinvenuto due televisori, vari utensili per edilizia, attrezzi da lavoro, rotoli di pellame di vari colore, decine di sacchi in plastica dentro cui vi erano centinaia di borse in pelle, confezionate.
21 imprenditori cinesi derubati dai rom
Gli identificati, che non hanno saputo spiegare la provenienza di quei beni, sono stati così denunciati per ricettazione e invasione di terreni ed edifici, mentre tutti i beni sono stati repertati e trasportati presso la stazione dei carabinieri. Informati gli imprenditori cinesi al fine di permettere loro il riconoscimento di eventuale merce rubata, i carabinieri si sono apprestati, mano mano che i rappresentanti della comunità cinese affluivano in caserma, a mostrare loro quanto era stato rinvenuto nel campo rom. Ed è così che ben 21 imprenditori cinesi titolari di altrettante ditte hanno riconosciuto molta parte del materiale sottoposto a sequestro dai carabinieri.
Il capannone dei cinesi era sotto sequestro
Al momento del furto il capannone risultava sottoposto a sequestro su ordine della Procura della Repubblica. Un incendio era infatti divampato nei capannoni adiacenti nel giugno scorso. Un altro imprenditore cinese ha riconosciuto cinque dei quindici capi che erano stati asportati da un container posizionato nel parcheggio della sua attività. Le indagini sono ancora in corso e i carabinieri confidano di trovare tutti i proprietari vittime dei furti.
Cristina Gauri