Dpcm 4 dicembre, asse con Francia e Germania: no allo sci e alle vacanze sulla neve. Si valutano deroghe agli spostamenti per Natale

Regole rigide anche per Natale. Questo quanto studiano il governo e Giuseppe Conte: feste meste e modeste contro il coronavirus, con l’incubo di “un nuovo Ferragosto”, ossia di un picco di contagi dopo le riaperture. E così, ecco filtrare le anticipazioni relative al dpcm del 4 dicembre, che secondo quanto si apprende potrebbe restare in vigore fino all’Epifania. Le indiscrezioni, rilanciate dal Corriere della Sera, riferiscono che il coprifuoco non verrà cancellato ma il 24 dicembre potrebbe essere posticipato a dopo la mezzanotte, per consentire celebrazioni in famiglia con poche persone care e per permettere di andare a messa. E ancora, vi sarebbe un asse con Francia e Germania per limitare le vacanze sulla neve: insomma, gli impianti resteranno chiusi.

Per quel che riguarda gli spostamenti tra regioni si valutano deroghe per zone arancioni e rosse, anche se la posizione trova molte contrarietà nel governo tra chi teme, appunto, un “bis” della scorsa estate. Insomma, la questione è aperta ma è probabile che restino limiti alla circolazione tra regioni.

Dunque sci e neve, con gli impianti che resteranno chiusi: il governo esclude che si possa andare in montagna o in altre località di vacanza. Come detto, la cabina di regia è con Francia e Germania. Palazzo Chigi ha fatto sapere che “si sta lavorando a una iniziativa europea, per prevenire le consuete “vacanze sulla neve”, che attirando appassionati degli sport sciistici e dei soggiorni in montagna, farebbero il paio con le vacanze spensierate, con serate in discoteca, della scorsa estate”. Impossibile che venga accolta, anche in zona gialla, la richiesta dei governatori che avevano sollecitato la riapertura degli impianti da sci, sia pure con il 50% della capienza.

I negozi potrebbero restare aperti fino alle 22 per consentire di diluire l’affluenza: anche su questo punto ci sono delle resistenze, alcuni ministri temono assembramenti e occasioni di contagio. Infine bar e ristoranti, che salvo ripensamenti della ultima ora dovranno chiudere dopo le 18. Si valuta l’apertura per pranzo nelle zone arancioni, ipotesi contro la quale si battono i rigoristi. Restano però in ogni caso le regole che impongono un massimo di 4 persone a tavola e mascherina obbligatoria quando ci si alza.

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