Cosa si può fare a Milano in Lombardia zona rossa durante il lockdown
Da mezzanotte e 1 minuto di venerdì 6 novembre 2020 è iniziato il secondo lockdown in Lombardia per cercare di bloccare l’epidemia da coronavirus. Una serrata, stavolta, che non riguarda solo pochi comuni lodigiani, ma l’intera regione. Sebbene ci siano ancora alcune indicazioni da interpretare nel Dpcm, nei fatti, per qualsiasi spostamento bisognerà giustificarsi (qui l’autocertificazione da compilare). Ma attenzione: è un lockdown lievemente più soft rispetto a quello della prima ondata. Ci sono più negozi aperti e si possono fare più cose. La situazione rimarrà così per almeno 2 settimane, quando il Cts (Comitato tecnico scientifico) del governo osserverà gli indicatori per decidere se allentare le misure e far passare la Lombardia in “area arancione”. Ma fino ad allora bisogna attenersi alle regole.
Nel dettaglio cosa si può fare
Ovviamente si può uscire di casa per una passeggiata. Bisogna rimanere nei pressi della propria abitazione (con ragionevolezza si intende l’isolato: un giro di 20 chilometri non è nei pressi della propria abitazione). Si può andare ad usufruire dei servizi delle attività che non chiuderanno, come ad esempio le edicole, i parrucchieri, i barbieri e le lavanderie. Qui c’è l’elenco completo. Attenzione: sono molte più attività rispetto alla scorsa primavera, le maglie sono più larghe.
Ci si può spostare in un Comune diverso dal proprio “soltanto per inderogabili motivi di lavoro, di necessità e di salute”. Si può entrare o uscire in regione zona rossa per lo stesso motivo. Per usufruire delle attività che rimangono aperte, compresi i supermercati, bisogna rimanere nel proprio comune di residenza o di domicilio. Non si può quindi fare la spesa in un comune diverso, a meno di deroghe decise dai comuni.
Si può uscire di casa per portare i figli a scuola, ovviamente (si arriva fino alla prima media, il resto didattica a distanza in casa). Si può portare fuori il cane (non durante il coprifuoco notturno dalle 22 alle 5, però, non è un’attività necessaria). Il tutto sempre con la mascherina indosso. E’ bene tenersi a portata di mano l’autocertificazione, per qualsiasi evenienza, anche se non ne viene espressamente indicata l’obbligatorietà nel Dpcm se si esce per fare due passi.
Si può fare sport, come correre o andare in bicicletta. Si può andare dal parrucchiere. Si può andare nelle seconde case in un Comune diverso solo in caso di urgenza (esempio: perdita d’acqua dalle tubature). Si può andare a trovare i parenti se qualcuno non si sente bene o ha bisogno di assistenza. Si può uscire per andare a fare visite mediche o operazioni che necessitano la presenza (esempio: convocazioni in questura o dai carabinieri).
Andare a trovare gli amici, cercare un bar aperto in un’altra regione, andare a fare una gita fuoriporta: ecco, tutto questo, invece – tutto ciò attinente allo “svago” – è vietato. “