Pronto il lockdown in Vaticano. Così cambia il Natale del Papa
Papa Francesco non permetterà alla gran parte dei fedeli di partecipare alle celebrazioni previste presso la Basilica di San Pietro in occasione delle prossime festività natalizie e, come è accaduto a Pasqua, le cerimonie saranno trasmesse in streaming.
Sembra questa l’intenzione del Pontefice argentino che è stata svelata da Aci Stampa. Come ha spiegato la versione italiana della Catholic News Agency, la notizia non gode ancora dei crismi dell’ufficialità ma è arrivata grazie alle prime fughe di notizie ricavate dal materiale informativo che viene inviato dal Vaticano al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede.
Come è noto, la Santa Sede intrattiene relazioni diplomatiche con 180 Stati, con l’Unione europea e il Sovrano ordine militare di Malta, ha relazioni, definite dallo stesso Vaticano “di natura speciale”, con l’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) e partecipa a differenti organizzazioni e organismi Intergovernativi e programmi internazionali.
E proprio ai rappresententati diplomatici sarebbe arrivata la comunicazione pontificia che informa della non ammissione dei fedeli, se non per uno sparuto gruppo, presso la Basilica di San Pietro per le prossime cerimonie religiose presiedute dal Papa e legate al periodo di Natale, uno dei tempi forti del calendario liturgico annuale.
La notizia inquieta, e non poco, i tanti fedeli che, specie sui social, si sono battuti in tutti i modi per evitare un nuovo divieto per i fedeli di partecipare alla celebrazioni religiose presso le chiese cattoliche italiane, come era accaduto durante lo scorso lockdown primaverile.
Hanno irritato i cattolici sul web anche le affermazioni dell’ex leader del Pd Walter Veltroni che, ospite da Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, ha detto provocatoriamente: “È giusto autorizzare le messe, con tutto il rispetto per le messe, e non autorizzare cinema e teatri nei quali non c’è stato alcunché?”.
Queste parole hanno portato in molti sui social ad invitare l’ex sindaco di Roma ad un ripasso dei Patti Lateranensi e a ricordare che l’apertura delle chiese non è un “favoritismo” ai cattolici ma un obbligo di legge previsto da un trattato internazionale. Durante lo scorso lockdown le celebrazioni erano rimaste, infatti, consentite al clero, mentre la Conferenza episcopale italiana, per prudenza, secondo alcuni “troppa”, non aveva permesso la partecipazione ai fedeli.
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