“Basta star bianche per fare beneficienza, è discriminazione”: nuova follia politically correct
Le celebrità bianche non verranno più inviate nei Paesi africani per realizzare film promozionali di raccolta fondi per l’organizzazione benefica Comic Relief. L’ente, infatti, ha deciso di smetterla con tale pratica perché perpetuerebbe lo stereotipo del bianco come “salvatore”. E dire che noi credevamo che ogni aiuto fosse importante …
Il marketing dei “bianchi”
Comic Relief è stata fondata nel 1985 dallo scrittore Richard Curtis e dal comico Lenny Henry, e oggi ha annunciato che non mostrerà più immagini di bambini affamati e malattie per ritrarre il continente africano, bensì assumerà invece registi e fotografi locali per girare gli appelli a donare per la causa. La mossa ovviamente non è spontanea ma arriva dopo crescenti critiche sull’approccio di “marketing” che l’ente di beneficenza avrebbe rispetto alla raccolta di fondi.
Ma il deputato laburista non ci sta: “Stereotipi bianchi”
L’anno scorso, infatti, il deputato laburista David Lammy ha accusato la giornalista investigativa Stacey Dooley di perpetuare “stereotipi stanchi e inutili” dopo aver viaggiato nel continente per Comic Relief. Le immagini idillaiche della donna che tiene in braccio due bambini neri sono state condivise da lei sui suoi social media, e questo da Lammy, che è di origine Guyanese, è sembrato offensivo: “Il mondo non ha bisogno di altri salvatori bianchi”.
Però lui non ci è andato …
La Dooley, dal canto suo, ha risposto al laburista, dicendo: “Se il problema è che sono bianca … potresti sempre andare tu“. Comic Relief infatti ha rivelato che il politico aveva ignorato la loro offerta di un viaggio in Africa per fare beneficienza. Ma lui non ha rinculato, anzi: “L’Instagram di quella donna trasmette l’immagine secolare che è lei come un’eroina e il bambino nero è la vittima, e questa cosa va fermata”. Molte sono le star finite ora al cento delle accuse di razzismo per aver prestato la loro immagine a Comic Relief viaggiando in Africa. Ed Sheeran e Harry Styles, ad esempio.
Beneficienza per spot, non è sempre beneficienza?
Se da una parte è giusto pensare che molte di queste star probabilmente si fanno a loro volta pubblicità con patinate e finto spontanee foto con bambini africani, è anche vero che l’associazione da trent’anni è in effetti formata da persone bianche del mondo “fortunato” che usano la loro stupida, frivola immagine per raccogliere soldi. Dove sta il giusto? Con gli alfieri del politicamente corretto il giusto non c’è mai. C’è solo il sentirsi offesi.
Ilaria Paoletti