Il ristoratore italiano in Australia: “Così lo stato ha aiutato le imprese”
I fan del governo Conte continuano a parlare di “modello Italia” per quanto concerne la gestione del Covid. Peccato che in giro per il mondo, sia sotto il profilo sanitario, che – soprattutto – come sostegno alle imprese colpite dal lockdown e dalla crisi pandemica, si sia fatto decisamente di meglio.
Esempio in tal senso è l’Australia, come racconta al Corriere della Sera l’italiano Francesco Rota, 34 anni, che gestisce una trattoria a Melbourne. Lì, anche se il lockdown è stato piuttosto lungo – sette mesi – le imprese hanno ricevuto il giusto sostegno da parte dello stato. “Una volta stabilita la chiusura generale – spiega – anche se avevamo la morte dentro, abbiamo potuto respirare da un punto di vista economico: il governo ha elargito a tutti i cittadini australiani che lavoravano da almeno un anno un job seeker, un sostegno economico, che ci ha permesso di vivere bene”.
Sussidi alle imprese e controlli rigidi: l’Australia esce dal (lungo) lockdown
Un contributo che continuerà a ricevere fino a marzo 2021, se la sua impresa non riuscirà a recuperare almeno il 60% del fatturato. Altro che “potenza di fuoco” e annunci privi di sostanza, come da noi. Come racconta Rota, inoltre, gli affitti sono stati tutti sospesi, così come i mutui. “Quando hanno deciso, a settembre, di prorogare il lockdown, immediatamente hanno annunciato nuovi incentivi: diecimila dollari (circa 6 mila euro, ndr) per chi aveva meno di 100 posti a sedere, 30 mila per chi ne aveva di più. Hanno cercato con gli incentivi di placare le insofferenze di chi non ce la faceva più e chiedeva la riapertura, e ci sono riusciti” racconta il ristoratore. Soldi anche a chi è stato obbligato a rimanere in quarantena: “Chi doveva restare a casa in attesa dell’esito del tampone per due giorni, veniva risarcito con 450 dollari, per ricompensarlo delle perdite lavorative e evitare che avesse la tentazione di uscire comunque per guadagnare. Chi doveva stare 14 giorni in isolamento, e dimostrava di non avere più ferie o giorni di malattia da usare, ne aveva 1500” sottolinea Rota.
In compenso, i controlli in Australia sono stati rigidissimi. E così hanno sconfitto il covid: “Appena il test risultava positivo – osserva il ristoratore – veniva la polizia a bussare alla porta di casa e se non c’eri ti beccavi una multa. Ti pagavano per startene a casa ma dovevi starci”. Come ha fatto l’Australia a contenere così la pandemia? Tra le misure adottate, oltre ai controlli, frontiere chiuse per tutto il 2021, quanto meno fino all’arrivo del vaccino. Come riporta Il Fatto Quotidiano, è questa la linea del governo australiano, confermata dal ministro del Tesoro, Josh Frydenberg. Niente turismo, accesso vietato per chi viene dall’estero – studenti inclusi – e anche gli australiani non potranno lasciare il Paese.
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