Il bluff di chi vuole bloccarci: “Virus? Nessuna competenza”

“Ad ognuno il suo mestiere”, è una celebre frase che fa parte di citazioni ed aforismi. Ma nel mondo 2.0 in cui tutti sanno tutto di tutto e parlano di tutto, il detto può andare tranquillamente in pensione. La missiva che cento firmatari hanno inviato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed al presidente del Consiglio Giuseppe Conte con la richiesta di “provvedimenti drastici nei prossimi due o tre giorni” circa la fase epidemiologica che sta vivendo il Paese ha una specie di vizio di forma: non c’è nemmeno l’ombra di chi si occupa di medicina o virus.

Ecco chi sono i firmatari

Cominciamo con colui che ha lanciato l’appello: il presidente dell’Accademia dei Lincei GiorgioParisi, considerato tra i fisici più autorevoli al mondo e primo firmatario della missiva. Il professore, ordinario di fisica teorica alla Sapienza di Roma, tramite il blog dell’Huffingntonpost, ha scritto che se le misure di contenimento non saranno drastiche, il rischio è di avere “oltre 500 morti al giorno nel mese di novembre”.Ecco tutti i nomi di chi vuole tenerci di nuovo chiusi in casa

Tra gli altri firmatari, figura il rettore dell’Università Normale di Pisa LuigiAmbrosio, professore ordinario di matematica. I suoi principali interessi di ricerca riguardano il calcolo delle variazioni, la teoria geometrica della misura, la teoria del trasporto ottimale e le loro applicazioni alle equazioni alle derivate parziali. Da un prof ad un altro, ecco anche Gianfranco Viesti, professore ordinario di economia applicata dell’Università di Bari, specializzato in economia applicata e politiche economiche europee.

Ecco un geologo ed un docente di Costituzionale. Tra matematici ed economi, non poteva mancare anche un geologo e presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Carlo Doglioni, i cui studi riguardano, ovviamente, principalmente terremoti e tutto quanto abbia a che fare con la geologia; poi c’è Alfio Quarteroni, professore di analisi numerica al Politecnico di Milano: i suoi interessi di ricerca riguardano la modellistica matematica, l’analisi numerica, il calcolo scientifico e l’applicazione alla meccanica dei fluidi, geofisica, medicina e miglioramento delle prestazioni sportive. Nell’elenco c’è anche Enzo Marinari, professore ordinario di fisica teorica alla Sapienza di Roma e, sempre della Sapienza, c’è anche un altro docente, questa volta di diritto costituzionale: si tratta della professoressa Roberta Calvano, esperta di tematiche sul diritto costituzionale italiano e le implicazioni con il processo di integrazione europea.

C’è anche un’astronoma. Nell’eterogeneità delle firme c’è anche Pierangelo Marcati, professore ordinario presso il Gran Sasso Science Institute, di cui è prorettore vicario e direttore scientifico dell’Area matematica e Alessandra Celletti, astronoma italiana e direttrice del dipartimento di matematica dell’Università Tor Vergata di Roma, il cui campo di ricerca è la meccanica celeste. Concludiamo la breve carrellata di scienziati con Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Che attinenza hanno con il virus?

Le eccellenze che abbiamo elencato sono soltanto una parte dei 100 firmatari, di cui fanno parte decine di accademici di vario genere e titolo. Dopo aver analizzato i campi di studio, di lavoro e le loro carriere, una domanda potrebbe sorgere spontanea: come mai dei professionisti che si occupano, normalmente, di altre materie hanno firmato una petizione che riguarda quali debbano essere le misure per contenere l’avanzata del Covid-19 nel nostro Paese? Alla domanda ha risposto, in esclusiva per ilGiornale.it, chi si occupa quotidianamente di virus e, da alcuni mesi, soprattutto del nuovo Coronavirus.

“Qui si parla di altro…” “Come cittadini, tutti hanno diritto di dire quello che pensano su qualsiasi cosa, viviamo in uno stato democratico dove c’è libertà di opinione ed interessarsi di temi importanti che coinvolgono la salute di tutti è legittimo – ci ha detto Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano – Però, che siano fisici, matematici, geologi o ricercatori di grandissimo livello scientifico a richiedere il lockdown, mi consenta, lo trovo oggettivamente un po’ singolare”.

Il professor Clementi sottolinea come l’argomento in questione riguardi qualcosa di specifico, “parliamo di un’infezione virale”: il dibattito è già molto acceso tra gli stessi addetti ai lavori che la pensano diversamente praticamente su tutto, dalle misure da adottare fino ad arrivare a questioni squisitamente virali e mediche che, da mesi, inondano le pagine dei giornali e canalizzano l’attenzione televisiva. “C’è già discussione tra vari virologi ed infettivologi, se ci si mettono anche fisici, matematici e chimici… Massimo rispetto, ma è come se io parlassi di cricket”.

Gli errori dei modelli matematici. “Si parte da tre assunti e si arriva ad una cerca conclusione. Se il modello, però, fa degli errori di base è sbagliato tutto il modello”, dice Clementi, che riporta l’esempio del professor Donato Greco, creatore del laboratorio di epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità, il quale gli ha riferito che “tutti i modelli matematici, in medicina, sbagliano. I fisici considerano la medicina come se fossero palline di vetro che devono andare in certe direzioni. Il malato, invece, è individualmente diverso l’uno dall’altro, non segue regole fisiche”.

Lockdown, sì o no?

Come ben sappiamo, su un tema caldo e delicato come il lockdown ci sono opinioni diverse sia per quanto riguarda la capacità di fermare un’epidemia (molti dicono che la rallenti e basta) sia per la durata nel lungo periodo. “Non si può continuare in eterno e quando si smette è peggio se non interviene qualche evento speciale come può essere un vaccino. Ma cosa ci aspetta dopo non lo sappiamo”, incalza Clementi, “Anche la scelta che loro rivendicano (i firmatari, ndr), secondo molti, è sbagliata: lo stesso consulente del ministro Speranza, il professor Ricciardi, ha detto che questo Dpcm non basta, ci vorranno dei lockdown chirurgici, fatti su specifici settori. Anche lui non vuole un lockdown generalizzato”.

“Perché ristoranti, teatri e cinema sono chiusi?” “Ma quante persone si infettano al cinema? Lo sappiamo? No, li chiudiamo senza sapere che magari non si infetta nessuno se viene gestito bene”, ci dice il prof. Clementi. “Anche per i ristoranti, abbiamo fatto la valutazione di quanta gente si sia infettata? Se già la capienza era stata ridotta, perché chiuderli? Non ci sono dati”.

Ecco il contenuto della lettera

Pubblichiamo il testo della missiva arrivata al presidente della Repubblica Mattarella ed al presidente del Consiglio Conte dai cento firmatari. “Come scienziati, ricercatori, professori universitari riteniamo doveroso ed urgente esprimere la nostra più viva preoccupazione in merito alla fase attuale di diffusione della pandemia da COVID-19 e riteniamo utile segnalare all’attenzione delle Istituzioni, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Governo, nella persona del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, le stime riportate nell’articolo del Presidente dell’Accademia dei lincei, professor Giorgio Parisi. Ci sentiamo di dare piena adesione alla richiesta contenuta nell’articolo di assumere provvedimenti stringenti e drastici nei prossimi due o tre giorni, onde evitare che, secondo le stime riportate nell’articolo, i numeri del contagio in Italia arrivino inevitabilmente, in assenza di misure correttive efficaci, nelle prossime tre settimane, a produrre alcune centinaia di decessi al giorno. Il necessario contemperamento delle esigenze dell’economia e della tutela dei posti di lavoro con quelle del contenimento della diffusione del contagio deve ora lasciar spazio alla pressante esigenza di salvaguardare il diritto alla salute individuale e collettiva sancito nell’art. 32 della Carta costituzionale come inviolabile. La salvaguardia dei posti di lavoro, delle attività imprenditoriali e industriali, esercizi commerciali, e le altre attività verrebbero del resto ad essere anch’esse inevitabilmente pregiudicate all’esito di un dilagare fuori controllo della pandemia che si protraesse per molti mesi. Prendere misure efficaci adesso serve proprio per salvare l’economia e i posti di lavoro. Più tempo si aspetta, più le misure che si prenderanno dovranno essere più dure, durare più a lungo, producendo quindi un impatto economico maggiore. È per questo che il contagio va fermato ora, con misure adeguate, ed è per questo che chiediamo di intervenire ora in modo adeguato, nel rispetto delle garanzie costituzionali, ma nella piena salvaguardia della salute dei cittadini, che va di pari passo ed è anch’essa necessaria e funzionale al benessere economico”.

il giornale.it

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