Trento e Bolzano sfidano il Dpcm: ristoranti aperti fino alle 22

Ristoranti aperti fino alle 22, impianti di sci aperti: così le le province autonome di Trento e Bolzano “sfidano” il Dpcm del premier Giuseppe Conte.

Per dare ossigeno a ristoratori e imprenditori del settore turistico, in Alto Adige, a differenza del resto del territorio nazionale, i bar dovranno chiudere alle ore 20 e i ristoranti alle ore 22, ma dalle ore 18 la somministrazione di cibi e bevande potrà avvenire solamente al tavolo, con posti assegnati ed un massimo di 4 persone per tavolo, eccezion fatta per i familiari conviventi. Vi sarà, inoltre, il divieto tassativo di consumazione in piedi, sia nei pressi dei locali, sia sul suolo pubblico. Tra le ore 23 e le ore 5, gli spostamenti al di fuori del proprio domicilio saranno possibili solo con autocertificazione e per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Inoltre, anche durante il resto della giornata, viene fortemente raccomandato di ridurre al minimo indispensabile tutti gli altri spostamenti e gli incontri con persone non conviventi.

Alto Adige e Trentino non si adeguano al Dpcm di Conte

“Siamo consapevoli del fatto che queste misure, che in alcuni casi sono più stringenti rispetto a quelle del resto d’Italia, incidono purtroppo in maniera drastica sulle nostre libertà individuali – commenta Arno Kompatscher, presidente della Provincia Autonoma di Bolzano – ma l’esigenza irrinunciabile di tutelare la salute pubblica ci impone di intervenire per bloccare alla fonte le radici del contagio, che si dimostrano sempre più spesso legate a feste e occasioni di ritrovo”. I servizi di trasporto pubblico di linea proseguiranno secondo gli orari previsti, ma con una capienza massima pari all’80% dei posti.

Anche il Trentino fa valere la sua autonomia speciale e non si adegua al Dpcm nazionale: come riporta il quotidiano L’Adige, è in arrivo entro oggi la nuova ordinanza provinciale firmata dal governatore Maurizio Fugatti, che recepisce (ma modifica) il dpcm del presidente Conte. Bar aperti fino alle 20 (invece che le 18), ristoranti aperti fino alle 22, niente didattica a distanza per i ragazzi delle scuole superiori, e apertura degli impianti di sci come lo scorso anno. Per quanto riguarda l’apertura per gli impianti, Fugatti osserva: “Per la nostra terra è un comparto essenziale” ha sottolineato. “Intendiamo confrontarci con le altre regioni e province vicine, dal Veneto alla Lombardia all’Alto Adige, per arrivare ad un protocollo di sicurezza con regole comuni”.

In Trentino i ristoratori fanno fronte comune: “Ci hanno ascoltati”

In Provincia di Trento i ristoratori sono riusciti a fare fronte comune e a farsi ascoltare dall’assessore provinciale Roberto Failoni, anche lui albergatore: “La decisione della giunta provinciale è nata da un’alzata di scusi di tutta la categoria” ci racconta al Giornale.it Flavio Biondo, già presidente dell’Associazione Ristoratori Alto Garda e Ledro – una delle zone opiù turistiche di tutta la regione – e titolare del ristorante pizzeria “Alfio” di Dro. “Avevamo già aderito, infatti, al flash mob in programma mercoledì a Trento e in molte altre città italiane #siamoaterra. Dopo il Dpcm di Conte, abbiamo subito contattato l’assessore Failoni, che fortunatamente ci ha ascoltato, insieme al governatore Fugatti. Li abbiamo fatto capire il nostro punto di vista: come ristoratori abbiamo fatto di tutto e di più, non ci sono stati focolai né contagi nei ristoranti, e così la giunta provinciale ha accolto le nostre istanze”. Il terrorismo mediatico ha però già fatto dei seri danni: “Oggi a mezzogiorno c’era la metà della gente che abbiamo di solito” spiega Flavio Biondo.

il giornale.it

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