Travaglio senza vergogna: Conte salverà il Natale con il nuovo Dpcm. Ma uccide bar e ristoranti
Marco Travaglio in prima pagina sul Fatto ha trovato il modo per far passare il nuovo inutile Dpcm di Conte e del suo governo come uno strumento miracoloso. Una narrazione che fa acqua da tutte le parti e alla quale non credono neanche i giornalisti del Fatto. Ma, su suggerimento probabilmente dello stratega Rocco Casalino, il Fatto ha il coraggio di titolare così: “Oggi arriva il Dpcm per salvare il Natale“.
Bar e ristoranti chiudono alle 18
E Conte il Dpcm lo ha firmato, ignorando le proposte delle Regioni su scuola (dad al 100 per cento per le superiori) e ristoranti (chiusura alle 23 anziché alle 18). Invece bar e ristoranti chiuderanno alle 18 ma potranno aprire nel weekend (mentre secondo una prima ipotesi la domenica dovevano restare chiusi).
Al tavolo un massimo di 4 persone
Il nuovo Dpcm prevede che le attività dei servizi di ristorazione (tra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie) ”sono consentite dalle 5 del mattino fino alle 18 del pomeriggio. Il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi”. Dopo le 18 ”è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico”. Resta consentita ”senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, che siano ivi alloggiati”. Il provvedimento resterà in vigore fino al 24 novembre.
Le fosche previsioni di Confcommercio
Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, intervistato dal ‘Corriere della Sera’ afferma che “dall’inizio del lockdown ad oggi sono stati già persi 24 miliardi di euro di fatturato. E con le attuali nuove limitazioni potrebbero perdersi 470 milioni al mese, con il rischio chiusura per 50 mila imprese. A essere maggiormente colpita è tutta la filiera del turismo: la quasi totale assenza di turisti stranieri, tra luglio e settembre, si è tradotta in una perdita di circa 14 miliardi di spesa”.
Come ricorda Sangalli, “nel trimestre luglio-settembre tutti i principali indicatori, dalla produzione industriale all’occupazione fino alla fiducia di famiglie e imprese, hanno registrato un recupero che si traduce in qualche timido, molto timido, segnale di ripresa. E infatti le ultime stime del nostro Ufficio studi vedono una crescita del Pil ad ottobre dello 0,9%. In ogni caso le nostre previsioni per l’anno in corso restano fortemente negative con un Pil in calo del 9,3%. Ma è evidente – aggiunge il presidente di Confcommercio – che se la situazione dovesse peggiorare rischiamo di avere una contrazione ben superiore al 10%”. Per cui, dice ancora, “servono indennizzi proporzionati alle perdite subite per mettere le imprese penalizzate dalla seconda crisi Covid nelle condizioni di superare il crollo di fatturati”.