Il branco di Lanciano: erano cinque rom. E l’Anpi già fa la lagna contro le ritorsioni “razziste”
Lanciano come Colleferro. Ma con una variante: in questo caso il diciottenne pestato dal branco, Giuseppe, è in coma e non è morto come il povero Willy Duarte Monteiro. Non solo: il branco che lo ha picchiato senza motivo era composto da tre minorenni e due ventenni, tutti di etnia rom. Pare che a dare il colpo alla testa sia stato uno che non ha neanche 14 anni.
Lanciano, al branco non si può affibbiare l’etichetta di fascisti
Nel caso di Willy c’erano invece i fratelli Bianchi, palestrati e pugili. Si poteva affibbiare loro l’etichetta di fascisti ed è stata affibbiata. Sui cinque rom di Lanciano invece meglio sorvolare.
Non solo i media mainstream hanno relegato la notizia tra le brevi ma a Lanciano c’è già chi mette le mani avanti. Ne dà notizia Repubblica.
Il monumento imbrattato
“Il musicista e compositore rom Santino “Alexian” Spinelli – scrive Repubblica.it – ha denunciato accanto alla presidente dell’Anpi Lanciano, Maria Saveria Borrelli, che qualcuno ha imbrattato il monumento al Samudaripen, l’olocausto dei Rom e Sinti, con una scritta oltraggiosa e simboli fallici: “Ora servono le telecamere di sorveglianza contro gli idioti – dice Spinelli, ambasciatore dell’Arte e della Cultura romanì nel mondo – Sono atti vandalici e allo stesso tempo razzisti“.
Lanciano, i sociologi antifascisti non parlano più…
Le telecamere, già. Sono rotte quelle dell’area dell’ex stazione dove è avvenuta l’aggressione di Giuseppe. Magari anziché pensare al monumento sarebbe il caso di aggiustare per prima cosa quelle. Per salvaguardare altri giovani dalla furia cieca di bulli cresciuti senza valori e usi a spadroneggiare tra i loro coetanei proprio come facevano i “cattivissimi” fratelli Bianchi sui quali tanta dotta sociologia antifascista si è esercitata per giorni.